Con Liberty a Catania si intende lo stile architettonico dominante nella città etnea nel primo decennio del Novecento, seppur parzialmente contaminato dall'eclettismo.[1]
Il passaggio dal XIX al XX secolo in Europa fu caratterizzato da un fervente rinnovamento delle espressioni artistiche sicuramente influenzate dal progresso tecnico e dall'entusiastica esaltazione positivista degli importanti traguardi raggiunti dalla scienza. Le evoluzioni dell'avanguardia artistica di fine Ottocento coinvolsero dapprima le arti applicate, assumendo denominazioni differenti a seconda delle aree geografiche: in Francia prese il nome di Art Nouveau, in Germania Jugendstil, in Austria Sezessionstil, Modern Style nel Regno Unito e Modernismo in Spagna.
In Italia la nuova corrente si affermò nelle maggiori città italiane, con assoluta prevalenza a Palermo e Torino, inizialmente come «arte nuova», declinando il termine direttamente dal francese e ciò invita a riflettere come in Italia e Francia più che nel resto d'Europa il nome di questo nuovo stile non sia provenuto da quel forte desiderio di rottura con il passato e con la tradizione accademica. Nel contesto nazionale questa nuova corrente, che in seguito assunse il nome di «stile floreale», non si consolidò mai in una vera e propria scuola italiana di riferimento, ma si affermò, seppur con un lieve ritardo rispetto ai maggiori Paesi europei, vivendo il suo massimo splendore nei primissimi anni del Novecento. In questo primo decennio del Novecento e a seguito delle edizioni dell'Esposizione internazionale d'arte decorativa moderna del 1902 di Torino, infatti, si può parlare di «Liberty», termine che infine si affermò più diffusamente nel complessivo e variegato panorama architettonico nazionale e derivante dai celebri magazzini londinesi di Arthur Lasenby Liberty, tra i primi a esporre e diffondere oggetti e stampe di gusto esotico che ostentavano le forme sinuose tipiche di questo nuovo stile.
Nell'Italia centrale e meridionale il Liberty non raggiunse le evoluzioni più francesizzanti di Torino o talvolta esasperate di Milano ma fu fortemente influenzata dall'imperante eclettismo, dando vita a un Liberty decisamente più contaminato ma tuttavia di apprezzabile interesse architettonico.[2]