Il liberty architettonico, di Napoli e dintorni, nacque come una decadenza dell'eclettismo, molti degli edifici di questo periodo riflettono dunque tendenze legate all'architettura eclettica e monumentalista della seconda metà del XIX secolo, ad esempio alcuni palazzi del Rione Amedeo. Architetture che assumono la caratteristica di una sorta di castelli urbani sono progettate da Francesco De Simone, mentre il liberty eclettico più modesto di Emmanuele Rocco si esprime in alcuni edifici residenziali della periferia. Al Vomero invece, il principale progettista è Adolfo Avena, che adotta un linguaggio liberty molto rurale. Mentre forme più mature dello stile vennero raggiunte tra il 1910 e lo scoppio della prima guerra mondiale con l'opera partenopea di Giulio Ulisse Arata e degli ingegneri Gregorio Botta e Stanislao Sorrentino.
^ Cynthia Rich e Paolo Izzo, Schegge di vita nella Napoli Belle Epoque. Aspetti insoliti della Napoili «fin de siecle», tra aerostati, centri benessere, macchine volanti e concorsi di bellezza, I Cinquecento, n. 46, Napoli, Stamperia del Valentino, 2014, ISBN978-88-95063-55-3.
^(EN, IT) Silvana Musella Guida, La moda napoletana in rivista (1830-1930), in ZoneModa Journal, vol. 8, n. 1, Università di Bologna, 24 luglio 2018. URL consultato il 1º febbraio 2024.