Lyndon Hermyle LaRouche Junior (Rochester, 8 settembre 1922 – Leesburg, 12 febbraio 2019[1]) è stato un politico e attivista statunitense. Diresse varie organizzazioni politiche negli Stati Uniti d'America e in altri Paesi, fra cui l'Italia dove è attivo il "Movimento internazionale per i diritti civili - Solidarietà". Ha fondato inoltre la Commissione nazionale dei comitati dei lavoratori e lo Schiller Institute. Nonostante non abbia mai conseguito una laurea, ha all'attivo molti scritti su argomenti economici, scientifici, politici e culturali.
È considerato una sorta di "candidato perenne" alla presidenza degli Stati Uniti d'America, avendo stabilito il record di tentativi di candidatura consecutivi (ben 8 volte). Il primo tentativo risale al 1976 con un piccolissimo partito, lo U.S. Labor Party da lui fondato. Dal 1980 ad oggi, si è sempre presentato alle primarie del Partito Democratico per la nomina del candidato alla presidenza (addirittura, nel 1992, lanciò la sua candidatura dal carcere, essendo stato condannato nel 1988 a 15 anni per violazioni della normativa fiscale e truffa postale).
I suoi detrattori nel tempo lo hanno definito come un estremista politico folle, cospirazionista e sempre in cerca di attenzione. Altri critici lo hanno descritto come un "fascista", un "santone", un "omofobo" ed un "antisemita", oltre che come "un incorreggibile marxista-leninista".[2][3][4][5][6][7][8][9]
I suoi sostenitori lo considerano invece un individuo "brillante ed ingiustamente perseguitato", "il vero nemico delle forze sinarchiste che puntano alla realizzazione di un governo mondiale imperiale di stampo liberale". Secondo l'Executive Intelligence Review (organo ufficiale del Movimento LaRouche), l'ex-senatore democratico statunitense ed ex candidato alla presidenza Eugene McCarthy ha definito LaRouche:[10]
LaRouche fu considerato anche come l'antesignano del moderno populista. Si definiva platonico e anti-aristotelico, anticapitalista, antiglobalizzazione e sosteneva alcune teorie del complotto e la lotta alla droga. Criticò anche le associazioni ambientaliste e i loro legami con la famiglia reale britannica accusata di neoimperialismo assieme all'Arabia Saudita[11].
Nel 1988, LaRouche è stato condannato a quindici anni di reclusione, assieme ad altri collaboratori per cospirazione, frode postale e frode fiscale, condanna considerata dai sostenitori e anche da alcuni osservatori neutrali[12] come una vera e propria persecuzione per motivi politici, voluta dal presidente George H. W. Bush. Questo tuttavia non gli ha impedito di proseguire nel suo impegno politico, lanciando (come già ricordato) perfino la sua quinta candidatura alla presidenza degli Stati Uniti, mentre era imprigionato. Viene graziato dal presidente Bill Clinton nel 1994 dopo aver scontato circa cinque anni di pena.
Era il Direttore del Servizio notizie dell'Executive Intelligence Review, il nucleo del Movimento LaRouche.[13]