Maiolica ispano-moresca

Manises, bacile con monogramma di Cristo e lustro metallico, 1500-1525 ca.
Un piatto ispano-moresco, di circa 32 cm di diametro, con monogramma cristiano, decorato in blu cobalto e lustri dorati, Valencia, 1430-1500 circa, collezione Burrell
Piatto di Manises, 1430-1450 circa
Uno dei numerosi vasi di grandi dimensioni realizzati per l'Alhambra di Granada
Particolare di due gazzelle da un vaso dell'Alhambra, circa  1400
Brocca con stemma mediceo, 1450–1460
Piatto valenciano dell'inizio del XVI secolo con lo stemma del Regno di Sicilia

La maiolica ispano-moresca è un tipo di produzione ceramica sviluppatasi in Spagna a partire dal XIV secolo[1][2].

Introdotta dai musulmani in Andalusia, questo tipo di produzione fiorì dopo la Reconquista aggiornando i modelli islamici alle esigenze del mondo cristiano. In particolare le opere erano caratterizzate dall'invetriatura che rendeva gli utensili impermeabili, e che poteva essere essenzialmente di due tipi: bianco opaca o a lustro metallico. Quest'ultimo tipo, che rendeva i pezzi simili alle stoviglie di rame (di cui costituivano un ricercato surrogato), li abbelliva anche di un'iridescenza che per secoli rappresentò il marchio di fabbrica segreto della produzione spagnola.

Il primo centro specializzato in tale produzione fu Malaga, seguita da Valencia e dalla vicina Manises, che diventarono i principali produttori europei di ceramica nel corso del XV secolo, e poi da alcuni centri della Catalogna e dell'Aragona, tra cui Barcellona e Muel. Apprezzatissima anche in Italia, la maiolica a lustro veniva importata tramite il porto di Palma di Maiorca, tanto che finì per chiamarsi "maiolica" proprio per derivazione da "Maiorca".

  1. ^ Caiger-Smith, 1985, chapters 12-14 gives very full accounts of the materials, techniques and science involved. Norman, pp. 2-3 is much briefer.
  2. ^ Hadithic texts against gold and silver vessels.; also the Qur’an specifies that “in this life, those who drink from silver and golden vessels will, however, feel the fire (q.v.) of hell (q.v.) in their stomachs (Muslim, Ṣaḥīḥ, vi, 135)”; however, the Qur’an states that golden platters in paradise contain "whatever the souls desire" (Q 43:71). Gold., Schönig, Hannelore, 2002, GALE EBOOKS

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