La maiolica ispano-moresca è un tipo di produzione ceramica sviluppatasi in Spagna a partire dal XIV secolo[1][2].
Introdotta dai musulmani in Andalusia, questo tipo di produzione fiorì dopo la Reconquista aggiornando i modelli islamici alle esigenze del mondo cristiano. In particolare le opere erano caratterizzate dall'invetriatura che rendeva gli utensili impermeabili, e che poteva essere essenzialmente di due tipi: bianco opaca o a lustro metallico. Quest'ultimo tipo, che rendeva i pezzi simili alle stoviglie di rame (di cui costituivano un ricercato surrogato), li abbelliva anche di un'iridescenza che per secoli rappresentò il marchio di fabbrica segreto della produzione spagnola.
Il primo centro specializzato in tale produzione fu Malaga, seguita da Valencia e dalla vicina Manises, che diventarono i principali produttori europei di ceramica nel corso del XV secolo, e poi da alcuni centri della Catalogna e dell'Aragona, tra cui Barcellona e Muel. Apprezzatissima anche in Italia, la maiolica a lustro veniva importata tramite il porto di Palma di Maiorca, tanto che finì per chiamarsi "maiolica" proprio per derivazione da "Maiorca".