Malattia di Parkinson | |
---|---|
Un'illustrazione presa dal libro del neurologo Sir William Richard Gowers, A Manual of Diseases of the Nervous System, 1886 | |
Specialità | neurologia |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
OMIM | 168600 |
MeSH | D010300 |
MedlinePlus | 000755 |
eMedicine | 1831191 |
GeneReviews | Panoramica |
Sinonimi | |
Morbo di Parkinson Parkinson Parkinsonismo idiopatico Parkinsonismo primario Sindrome ipocinetica rigida Paralisi agitante | |
Eponimi | |
James Parkinson | |
La malattia di Parkinson, sovente definita come morbo[1] di Parkinson, Parkinson, parkinsonismo idiopatico, parkinsonismo primario, sindrome ipocinetica rigida o paralisi agitante è una malattia neurodegenerativa.
I sintomi motori tipici della condizione sono il risultato della morte delle cellule che sintetizzano e rilasciano la dopamina. Tali cellule si trovano nella substantia nigra, una regione del mesencefalo. La causa che porta alla loro morte è sconosciuta. All'esordio della malattia i sintomi più evidenti sono legati al movimento, ed includono tremori a riposo, rigidità, lentezza nei movimenti (bradicinesia) ed instabilità nell'equilibrio. Affinché possa essere ipotizzata la diagnosi di Parkinson, almeno tre di questi sintomi 'cardine' devono essere presenti; il tremore non è presente in tutti i pazienti. Inoltre, i sintomi si presentano in modo asimmetrico (un lato del corpo è più interessato dell'altro). All'esordio della malattia, spesso i sintomi non vengono riconosciuti immediatamente poiché si manifestano in modo subdolo e incostante e la progressione della malattia è tipicamente lenta. La malattia di Parkinson è più comune negli anziani; la maggior parte dei casi si verifica dopo i 50 anni, ma le statistiche danno evidenza che la casistica è in aumento e che l'età si sta abbassando.
La malattia è spesso definita come una sindrome idiopatica, anche se alcuni casi atipici hanno un'origine genetica. Molti fattori di rischio e fattori protettivi sono stati indagati: ad esempio, l'aumento del rischio di contrarre la malattia nelle persone esposte ad idrocarburi, solventi e pesticidi.[2] La patologia è caratterizzata dall'accumulo di una proteina, chiamata α-sinucleina, in inclusioni denominate corpi di Lewy nei neuroni e dall'insufficiente formazione di dopamina. La distribuzione anatomica dei corpi di Lewy è spesso direttamente correlata all'espressione e al grado dei sintomi clinici di ciascun individuo.
La diagnosi nei casi tipici si basa principalmente sui sintomi, con indagini di neuroimaging come conferma. I moderni trattamenti sono efficaci per gestire i sintomi motori precoci della malattia, grazie all'uso di agonisti della dopamina e della L-dopa (levodopa). Col progredire della malattia, i neuroni dopaminergici continuano a diminuire di numero ed è quindi necessario aumentare il dosaggio dei farmaci, che possono però generare complicanze, quali la discinesia, caratterizzata da movimenti involontari, oppure la distonia, consistente in contratture muscolari dolorose. Una corretta alimentazione e alcune forme di riabilitazione, in particolare la fisiochinesiterapia, si sono dimostrati efficaci nel contrastare la progressione della malattia. La stimolazione cerebrale profonda o DBS - Deep Brain Stimulation - è una delle soluzioni chirurgiche che può essere utilizzata per attenuare alcuni sintomi come l'eccessivo tremore o normalizzare le fluttuazioni motorie, nei casi in cui la soluzione farmacologica da sola non sia più sufficiente.
La malattia prende il nome dal medico inglese James Parkinson, che pubblicò la prima descrizione dettagliata nel suo trattato An Essay on the Shaking Palsy nel 1817.[3][4]
Diverse importanti organizzazioni promuovono la ricerca e il miglioramento della qualità della vita delle persone affette dalla malattia. Alcuni pazienti famosi, come l'attore Michael J. Fox, papa Giovanni Paolo II, i cantanti Alex Band, Eduardo Dussek, Peter Hofmann e Bruno Lauzi, il giornalista Vincenzo Mollica, il pugile Muhammad Ali, il ciclista Davis Phinney, lo sciatore Roberto Carcelen e il calciatore Ray Kennedy hanno fatto crescere la consapevolezza della malattia nella società.[5]