Malattie trasmesse da zecche | |
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Specialità | infettivologia |
Eziologia | tick bite |
Classificazione e risorse esterne (EN) | |
ICD-9-CM | 066.1 |
MeSH | D017282 |
eMedicine | 786652 |
Le malattie trasmesse dalle zecche sono patologie nell'uomo o nell'animale causate, patogenesi diretta, o veicolate, patogenesi indiretta, da varie specie di artropodi comunemente chiamati zecche.
La prima evidenza che le zecche fossero in grado di trasmettere microrganismi patogeni risale alla fine dell’800, quando (1893) Kilbourne, un veterinario americano, riscontrò come l'habitat della zecca del bovino, Boophilus microplus, coincidesse con i limiti territoriali di diffusione della cosiddetta febbre bovina del Texas. Contemporaneamente a Kilbourne, Smith, un giovane medico del Bureau of Animal Industry, individuò il protozoo Babesia bigemina (Pyrosoma bigeminum) come agente causale della febbre del Texas, oggi chiamata "babesiosi bovina". La scoperta della patogenicità indiretta nelle malattie trasmesse dalle zecche e delle relazioni tra "agente patogeno-zecca-ospite vertebrato" da alcuni autori è considerata una delle maggiori scoperte nella storia della medicina.[1][2]
Le malattie trasmesse dalle zecche rivestono una notevole importanza, economica e sanitaria, in campo zootecnico ma sta aumentando la loro incidenza anche a livello umano, sia a causa dei cambiamenti ecologici che determinano una maggiore distribuzione delle zecche, sia per un maggiore interesse per le attività all'aperto che pongono più frequentemente l’uomo a contatto con le zecche vettrici.
Nell'uomo si tratta per lo più di patologie infettive, zoonosi, veicolate dal morso o puntura della zecca mentre negli animali sono note patologie, come l'epatozoonosi, dovute all'ingestione di zecche infette. È possibile l'infezione nell'uomo dovuta all'ingestione di latte non pastorizzato ricavato da animali infetti.
Poiché le singole zecche possono ospitare più di un agente patogeno, l'uomo o animale può essere infettato da più di un agente patogeno contemporaneamente, aggravando la difficoltà di diagnosi e trattamento.[3][4][5][6][7][8][9]
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