Marija Vasil'evna Oktjabr'skaja | |
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Busto eretto nella città di Tomsk in memoria di Marija Vasil'evna Oktjabr'skaja | |
Nascita | Kijat, 3 agosto 1902 |
Morte | Smolensk, 15 marzo 1944 (41 anni) |
Cause della morte | ferite riportate in combattimento |
Luogo di sepoltura | città di Smolensk, parco Kutuzov, nei pressi delle mura del Cremlino |
Dati militari | |
Paese servito | Unione Sovietica |
Forza armata | Armata Rossa |
Corpo | Forze corazzate |
Specialità | pilota carrista |
Unità | 26ª Brigata corazzata delle guardie |
Anni di servizio | 1943-1944 |
Grado | sergente delle guardie |
Guerre | Grande Guerra Patriottica |
Campagne | fronte orientale |
Battaglie | |
Decorazioni | |
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Marija Vasil'evna Oktjabr'skaja, nata Garagulya (Kijat, 3 agosto 1902; 21 luglio del calendario giuliano[1] – Smolensk, 15 marzo 1944), è stata una militare sovietica.
Dopo la morte del marito, ucciso sul fronte orientale nel 1941, la Oktjabr'skaja vendette tutti i suoi averi per poi donare il ricavato per la costruzione di un carro armato da inviare al fronte, di cui chiese, con una lettera inviata a Stalin in persona, di poter essere la conducente. La donna fu quindi inviata a un centro di addestramento per carristi, dove imparò a guidare e riparare un T-34, ossia il carro armato medio che rappresentò la spina dorsale delle forze corazzate sovietiche nel corso della seconda guerra mondiale, che ella battezzò "Боевая подруга" (Boevaja podruga), ossia, in russo, "Fidanzata Combattente".
Dopo aver dimostrato le proprie capacità e il proprio coraggio sul campo di battaglia, la Oktjabr'skaja fu promossa al grado di sergente e, dopo la sua morte in ospedale a Smolensk, dopo due mesi di coma, per le ferite riportate in combattimento nei pressi di Vicebsk, nell'odierna Bielorussia, venne insignita del titolo di Eroe dell'Unione Sovietica, la più alta onorificenza sovietica, per il coraggio in combattimento, diventando peraltro la prima carrista a ricevere tale nomina.[2]