Mary Shelley

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Ritratto di Mary Shelley (particolare) di Richard Rothwell (1840) esposto alla Royal Academy, accompagnato dai versi di dedica del poema La Rivolta dell'Islam di Percy Shelley in cui Mary viene definita "Figlia dell'amore e della luce".[1]

Mary Shelley, nata Mary Wollstonecraft Godwin (Londra, 30 agosto 1797Londra, 1º febbraio 1851), è stata una scrittrice, saggista e filosofa britannica.

Firma di Mary Shelley

Figlia della filosofa Mary Wollstonecraft, antesignana del femminismo, e del filosofo e politico William Godwin, a 16 anni si dichiarò a Percy Bysshe Shelley, all'epoca già sposato, e i due fuggirono in Europa. A 18 anni scrisse quello che viene considerato il primo romanzo gotico di fantascienza, Frankenstein (Frankenstein; or, The Modern Prometheus), pubblicato nel 1818. Fu curatrice di diverse pubblicazioni postume del marito, che contribuì a far conoscere e comprendere.

Studi recenti si sono concentrati su opere meno conosciute dell'autrice, tra cui romanzi storici come Valperga (1823) e The Fortunes of Perkin Warbeck (1830), romanzi apocalittici come L'ultimo uomo (1826), e gli ultimi due romanzi, Lodore (1835) e Falkner (1837).

Altri suoi scritti meno conosciuti, come il libro di viaggi A zonzo per la Germania e per l'Italia (1844) e gli articoli biografici scritti per la Cabinet Cyclopedia di Dionysius Lardner (1829-46), contribuirono ad avvalorare l'opinione che Mary Shelley sia rimasta una politica radicale per tutta la sua vita. Le opere di Mary Shelley sostengono spesso gli ideali di cooperazione e di comprensione, praticati soprattutto dalle donne, come strade per riformare la società civile. Questa idea era una diretta sfida all'etica individualista-romantica promossa da Percy Shelley e alle teorie politiche illuministe portate avanti da William Godwin.

  1. ^ Child of love and light; Seymour, pag. 458.

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