Il matrimonio tra persone dello stesso sesso negli Stati Uniti d'America è consentito in tutto il paese,[1] a seguito della sentenza della Corte Suprema del 26 giugno 2015 riguardante il caso Obergefell v. Hodges che ha stabilito che il negare la licenza matrimoniale a coppie dello stesso sesso viola alcune clausole del XIV emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d'America.[2][3] Con questo pronunciamento gli Stati Uniti sono diventati il 21º Paese al mondo a riconoscere il matrimonio fra persone dello stesso sesso.
Dal giugno 2013, a seguito di una sentenza della Corte Suprema, che ha dichiarato incostituzionale il DOMA (Defense of Marriage Act), i matrimoni fra persone dello stesso sesso sono riconosciuti anche a livello federale.
Il 26 giugno 2015 la Corte Suprema ha emanato la sentenza Obergefell contro Hodges che ha dichiarato che le leggi che non permettono la contrazione del matrimonio tra due persone dello stesso sono incostituzionali poiché violano il XIV Emendamento della Costituzione degli Stati Uniti e due sue importanti clausole, la Equal Protection Clause e la Due Process Clause. Il giudice Kennedy, insieme ad altri 4 suoi colleghi, ha scritto l'opinione di maggioranza. Tale opinione ha formalmente legalizzato il matrimonio tra persone dello stesso sesso sotto la giurisdizione degli Stati Uniti.
Tutte le amministrazioni statali e territoriali si sono adeguate alla sentenza, ad eccezione delle Samoa Americane, in quanto i cittadini di quest'ultimo territorio non hanno la cittadinanza americana. L'amministrazione territoriale ha comunque annunciato che revisionerà la sentenza della corte e, nel caso, la implementerà.
I governi tribali, che sono indipendenti in materia legislativa, non hanno alcun obbligo di aprire il matrimonio tra persone dello stesso sesso sotto la loro giurisdizione. La scelta ricade su ogni singolo governo tribale. Alcuni di essi hanno comunque già aperto il matrimonio omosessuale anche ben prima della sentenza della Corte Suprema.