Un megalomartire (in greco bizantino: μεγαλομάρτυς, Grande Martire) è, nel contesto del cristianesimo ortodosso e delle chiese cattoliche di rito orientale, un martire che per la propria fede ha affrontato un supplizio particolarmente atroce e prolungato, spesso caratterizzato dalla presenza di eventi prodigiosi e conversioni al cristianesimo da parte dei presenti.[1][2] Non è solo la cruenza del martirio a caratterizzare il megalomartire, ma anche l'ampiezza e diffusione del culto.
Vengono definiti megalomartiri ("grandi martiri") i cristiani dei primi secoli dopo Cristo che hanno subito il martirio prima dell'editto di Milano e il termine viene usato solo per designare i laici, dato che i religiosi vengono ricordati come ieromartiri. I megalomartiri non costituiscono una classe speciale di santi, ma sono ricordati nella liturgia insieme agli altri martiri. Particolarmente emblematico è il caso di San Giorgio, ricordato appunto con l'epiteto di "Megalomartire" (Ἅγιος Γεώργιος ὁ Μεγαλομάρτυς, Hàghios Geòrgios ho Megalomàrtys).[3] Infatti, dopo la cattura, San Giorgio avrebbe subito il martirio per ben tre volte, venendo riportato in vita ogni volta prima di essere decapitato definitivamente; al suo prolungato supplizio assistettero numerose persone che, come Alessandra da Roma, furono talmente toccate dalle sue sofferenze e dal suo esempio da convertirsi a loro volta al cristianesimo.[4]