Memristore | |
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Tipo | passivo |
Inventato da | Leon Chua (1971) |
Simbolo elettrico | |
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Vedi: componente elettronico | |
Un memristore (unione di memoria e resistore), nell'ambito della teoria dei circuiti, è un componente elettronico nonlineare passivo. Viene spesso descritto come il quarto elemento passivo di base, oltre al condensatore, l'induttore e il resistore[1]. Sebbene il memristore fosse stato teorizzato e descritto sin dal 1971 da parte di Leon Chua dell'Università di Berkeley, in un articolo pubblicato su IEEE Transactions on Circuit Theory[2], è rimasto un dispositivo teorico per 37 anni, senza che ne fosse realizzato un prototipo.
Si tratta di un bipolo in cui una variazione di carica elettrica, ossia una corrente non stazionaria, dà luogo ad una variazione di flusso magnetico e quindi ad una tensione, che dovrebbe localizzarsi ai capi del componente. Il rapporto tra il potenziale prodotto e la corrente prende il nome di memristenza. È chiaro che, affinché la corrente che scorre nel bipolo venga a coincidere con quella non stazionaria che innesca il fenomeno, all'interno del memristore il flusso fisico delle cariche deve essere in qualche modo inibito, esattamente come avviene in un condensatore.
Il memristore ha la proprietà di "ricordare" lo stato elettronico e di rappresentarlo mediante segnali analogici. Un circuito di questo tipo consentirebbe di realizzare calcolatori con accensione istantanea, senza la necessità di ricaricare il sistema operativo a ogni avvio. Il circuito, infatti, conserva l'informazione anche in assenza di corrente elettrica, quando il calcolatore è spento.
La capacità di memorizzare segnali analogici consente di memorizzare ed elaborare una mole di dati molto maggiore di quella trattata con i circuiti digitali, in grado di rappresentare solo due stati (0 ed 1). Il memristore apre a una nuova generazione di memorie e di potenze di calcolo.