La messa stazionale è la messa celebrata con particolare solennità dal papa o da un altro vescovo diocesano con la partecipazione del suo clero e dei suoi fedeli. In origine era la messa celebrata tradizionalmente dal papa con un numeroso seguito di vescovi, presbiteri, diaconi, suddiaconi, accoliti, cantori e con la partecipazione del popolo.[1] In essa il vescovo diocesano celebra l'eucaristia (soprattutto nella chiesa cattedrale) circondato dal suo presbiterio e dai ministri, con la partecipazione piena e attiva dei laici.[2]
A Roma la messa stazionale celebrata dal papa serviva da modello a tutte le altre, che la riproducevano con la massima esattezza possibile, anche se erano celebrate con minore solennità e le funzioni svolte dai ministri della messa stazionale venivano concentrate in un numero minore di persone, fino al livello della messa bassa tridentina celebrata da un solo sacerdote servito da un solo ministro.[1]
Le altre messe celebrate a Roma non avevano la solennità della stazionale, di quella grande assemblea liturgica alla quale si convocava tutto il clero e tutti i fedeli, addirittura presumendone la presenza. Ciò che distingueva la messa stazionale non era il rango episcopale, superiore a quello di un presbitero, perché abbastanza frequentemente, quando il papa si trovava impedito, la messa stazionale veniva celebrata da un presbitero con cerimoniale quasi identico per imponenza e complessità. In comparazione con la stazionale, veramente pubblica, le altre messe erano private, perché ad essa partecipava la Chiesa romana nella sua interezza.[3]