Michele Carrascosa | |
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Ministro della guerra del Regno delle Due Sicilie | |
Durata mandato | 9 luglio – 10 dicembre 1820 |
Monarca | Ferdinando I |
Capo del governo | Giunta provvisoria |
Predecessore | Diego Naselli |
Successore | Giuseppe Parisi |
Ministro della marina del Regno delle Due Sicilie (ad interim) | |
Durata mandato | 9 luglio – 4 agosto 1820 |
Predecessore | Diego Naselli |
Successore | Giuseppe de Thomasis |
Paria delle Due Sicilie | |
Durata mandato | 24 giugno 1848 – 12 marzo 1849[1] |
Monarca | Ferdinando II |
Dati generali | |
Partito politico | Conservatori murattiani |
Professione | Militare |
Michele Carrascosa (Palermo, 11 aprile 1774[2] – Napoli, 10 maggio 1853) è stato un generale, politico e nobile italiano.
Fu uno dei generali più valorosi del Regno di Napoli e un protagonista della campagna d'Italia del 1813-1814, della guerra austro-napoletana (1815) e dei moti del 1820-1821. Fedele a Gioacchino Murat e fervente sostenitore dell'unità d'Italia, giocò un ruolo chiave nell'occupazione napoletana dell'Italia centrale e settentrionale nel 1813-1814 e nel 1815. Il 20 maggio 1815 firmò insieme al generale Pietro Colletta, presso Capua, il Trattato di Casalanza. Durante i moti del 1820-1821 Carrascosa assunse un atteggiamento ambiguo: diventò Ministro di guerra e marina della Giunta provvisoria liberale e non ostacolò in modo particolare i carbonari, ma allo stesso tempo cercò di ingraziarsi il re Ferdinando di Borbone e mantenere intatte le istituzioni reazionarie e l'ordine sociale esistenti. Nel 1821 riprese le armi contro l'invasione austriaca e dopo la sconfitta dei liberali si autoesiliò. Per la sua ambiguità durante la rivoluzione napoletana, nel 1823 fu condannato a morte in contumacia e dovette anche subire le accuse degli altri esuli italiani, in particolare Guglielmo Pepe. Nel 1823 pubblicò le sue memorie. Visse in esilio fino al 1848, quando rientrò a Napoli e fu nominato Pari del Regno. Morì nel 1853.