La migrazione cellulare è un processo centrale nello sviluppo e nel mantenimento dell'omeostasi degli organismi pluricellulari. La formazione dei tessuti durante l'embriogenesi, la cicatrizzazione delle ferite e le reazioni immunitarie richiedono il movimento coordinato delle cellule in direzioni specifiche, al fine di raggiungere sedi specifiche nell'organismo. Le cellule generalmente migrano in risposta a precisi segnali esterni, sia di tipo chimico che di tipo meccanico.[1] Difetti del meccanismo di migrazione cellulare fanno capo a specifiche patologie, solitamente genetiche il cui quadro clinico può includere manifestazioni gravi, come ritardo mentale, problemi all'apparato cardiovascolare, formazione di neoplasie e metastatizzazione di esse. Una migliore comprensione delle dinamiche di migrazione cellulare potrebbe consentire lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per, ad esempio, limitare o arrestare la proliferazione delle cellule tumorali.
A causa dell'alta viscosità di molti tessuti corporei (aventi un basso numero di Reynolds), le cellule devono produrre forze che consentano loro il movimento. Il movimento attivo delle cellule è reso possibile da vari meccanismi diversi tra loro: molti procarioti, così come gli spermatozoi, usano flagelli o ciglia per il loro movimento propulsivo. La migrazione delle cellule degli organismi eucarioti, invece, è generalmente molto più complessa e può consistere nella presenza, simultanea o consequenziale, di molteplici meccanismi diversi di migrazione. Tali processi solitamente comportano cambiamenti drastici nella forma delle cellule; queste modificazioni morfologiche sono rese possibili dall'elasticità del citoscheletro. Due tipologie di migrazione molto studiate sono il movimento cellulare per alterazione morfologica del citoscheletro e la migrazione per mezzo della modificazione del modello a mosaico fluido della membrana cellulare.[2][3] Un esempio paradigmatico della migrazione cellulare riguarda i cheratinociti dell'epidermide dei pesci, che sono stati ampiamenti utilizzati nell'ambito della ricerca scientifica.[4]