La milizia armena, o unità di irregolari armeni, nota anche con i termini armeni Ֆէտայի (fedayyin) e կամավոր (kamavor) fu una unità militare del XIX e dell'inizio del XX secolo formata da guerriglieri di nazionalità armena che lasciavano le loro famiglie per unirsi alle brigate di volontari. I combattenti armeni erano quindi dei volontari (Kamavor), mentre fedayyin, in arabo فدائيون, ha il significato di "coloro che sono pronti a sacrificare la loro vita [per il loro popolo]" e quindi per estensione "combattenti per la libertà"[1]). Sebbene usato anche per i combattenti arabi, il termine fedayyin fu usato per la prima volta per definire i combattenti armeni all'interno dello Stato Eterno, l'Impero ottomano, dove gli armeni ottomani costituirono organizzazioni militari di guerriglia in reazione al saccheggio dei villaggi armeni, all'assassinio di armeni da parte di criminali, di forze tribale curde e di milizie hamidiane durante il regno di Abdul Hamid II, tra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, negli eventi come massacri hamidiani. La maggior parte dei fedayyin erano anche leader e membri del Movimento di Liberazione Nazionale dell'Armenia. Il loro obiettivo finale era sempre quello di ottenere l'autonomia degli armeni (Armenakan) o l'indipendenza (Dashnak, Hunchak) a seconda della loro ideologia e del grado di oppressione esercitato sugli armeni.
Il termine armeno fedayi deriva in ultima analisi dall'arabo fedayeen: فدائيون fidā'īyūn, che letteralmente significa "coloro che sacrificano".[1][2]