Un monatto era un addetto pubblico che nei periodi di epidemia di peste era incaricato dai comuni di trasportare nei lazzaretti i malati o i cadaveri. Di solito i monatti erano persone condannate a morte, carcerati, o persone guarite dal morbo e così immuni da esso.
Il termine indicava inizialmente, nel Settentrione italiano, il becchino,[1] e ne parla diffusamente Alessandro Manzoni ne I promessi sposi (cap. XXXII e seguenti), nella descrizione della peste del 1630. Secondo Ripamonti[2] deriva dal greco monos, ma esistono varie tesi a questo proposito.