Le Mummie Chinchorro sono resti mummificati di individui appartenenti alla cultura sudamericana Chinchorro, rinvenute nei territori che oggi appartengono al nord del Cile e al sud del Perù.
Sono i più antichi resti mummificati del mondo, risalenti a migliaia di anni prima della comparsa dei riti di imbalsamazione in Egitto. Si pensa che i primi corpi mummificati dei Chinchorro risalgano a circa il 5000 a.C., con un picco intorno al 3000 a.C. Spesso i defunti sono stati minuziosamente preparati, eliminando gli organi interni e sostituendoli con fibre vegetali o peli di animali; in alcuni casi gli imbalsamatori sono giunti ad eliminare la pelle e la carne dal corpo del defunto per sostituire il tutto con argilla. I resti di conchiglie e la composizione chimica delle ossa suggeriscono che il 90% della loro dieta fu basata su frutti di mare. Tra le varie culture andine di pescatori del periodo, i Chinchorro sono stati gli unici a dedicarsi alla conservazione dei corpi dei loro defunti.
Altro particolare degno di nota è che i Chinchorro utilizzarono tali riti di conservazione per tutti i loro defunti compresi bambini, neonati e feti. Ciò indica che la mummificazione non era riservata a personaggi di alto rango e non costituiva uno status symbol.
La datazione al radiocarbonio indica che la mummia Chinchorro più antica rinvenuta appartiene ad un bambino e fu estratta nel sito della valle di Camarones, a 96 chilometri a sud di Arica e risale a circa il 5050 a.C. Questa tradizione fu in uso fino al 1800 a.C., il che la rende contemporanea alla cultura di Las Vegas, la cultura Valdivia in Ecuador e la civiltà di Norte Chico in Perù.
Le mummie Chinchorro sono i primi esempi di conservazione deliberata dei defunti e tale tecnica potrebbe essere servita come un mezzo per aiutare l'anima a sopravvivere o per impedire che i corpi decomposti spaventassero i viventi.[1]