My Sweet Lord singolo discografico | |
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Artista | George Harrison |
Pubblicazione | 23 novembre 1970 15 gennaio 1971 |
Durata | 4:39 |
Album di provenienza | All Things Must Pass |
Genere | Pop rock Folk pop Gospel |
Etichetta | Apple Records |
Produttore | George Harrison, Phil Spector |
Certificazioni originali | |
Dischi di platino | Regno Unito[1] (vendite: 600 000+) Stati Uniti[2] (vendite: 1 000 000+) |
Certificazioni FIMI (dal 2009) | |
Dischi d'oro | Italia[3] (vendite: 35 000+) |
George Harrison - cronologia | |
Singolo precedente
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My Sweet Lord è un brano musicale del cantautore britannico George Harrison, pubblicato il 23 novembre 1970 negli Stati Uniti come primo singolo estratto dall'album All Things Must Pass, il primo dell'artista dopo lo scioglimento dei Beatles. La canzone è principalmente incentrata sul concetto di Dio e sulla sua presenza (eloquente è il contemporaneo utilizzo delle espressioni Hallelujah, di uso comune nelle liturgie cristiane, e Hare Kṛṣṇa, mantra indù). Harrison suonò My Sweet Lord al The Concert for Bangladesh dell'agosto 1971, e la canzone divenne la composizione più celebre della sua carriera solista post-Beatles.
My Sweet Lord fu al centro di una ben nota causa legale sul diritto d'autore, a causa della somiglianza del pezzo con la canzone He's So Fine del 1963, scritta da Ronnie Mack per il gruppo delle Chiffons. Nel 1976, Harrison fu giudicato colpevole di aver "inconsciamente" plagiato la canzone di Mack dal punto di vista melodico, un verdetto che fece scalpore nel mondo dell'industria musicale. Harrison sostenne sempre di essersi invece ispirato a Oh Happy Day per la melodia della canzone.