Negazionismo del genocidio cambogiano

Mappa realizzata con i teschi delle vittime del regime, esposta presso S-21

Il negazionismo del genocidio cambogiano era un punto di vista espresso da alcuni studiosi occidentali secondo cui le voci delle atrocità commesse dagli khmer rossi (1975-1979) in Cambogia erano state ingigantite.

Alcuni accademici ed esperti sulla Cambogia, contrari al coinvolgimento degli Stati Uniti nella guerra del Vietnam, negarono o minimizzarono le violazioni dei diritti umani degli khmer rossi, definendo i resoconti come "storielle inventate dai rifugiati" oppure propaganda americana.[1] Essi vedevano l'arrivo al potere del regime comunista degli khmer rossi come un cambiamento in meglio per il popolo cambogiano, che era stato danneggiato dalla guerra in Vietnam e dalla guerra civile cambogiana.

In America, invece, gli anticomunisti statunitensi e di altre parti del globo vedevano nel regime degli khmer rossi una conferma della loro credenza che la vittoria dei regimi comunisti nel sud-est asiatico avrebbe portato a un "bagno di sangue".

Lo studioso Donald W. Beachler, scrivendo a proposito della polemica riguardo alla vastità ed estensione delle atrocità degli khmer rossi, concluse che "molte delle opinioni espresse da accademici, agenti pubblicitari e politici sembravano faziose e motivate da fini politici" piuttosto che da sincera preoccupazione per il popolo cambogiano.[2]

Con prove schiaccianti (inclusa la scoperta di 20000 fosse comuni[3]) che provavano l'uccisione di un gran numero di persone — stimate tra uno e tre milioni di cambogiani — causate dagli khmer rossi, il negazionismo, così come i negazionisti e i difensori si sono ridotti molto in numero, mentre le controversie riguardo all'esatto numero di vittime causate dal regime degli khmer rossi continuano ancora oggi.

Nel contesto della guerra cambogiano-vietnamita (1978-1979), gli Stati Uniti praticarono ciò che il Washington Post definì la "diplomazia del tapparsi il naso" ((EN) hold-your-nose diplomacy), riconoscendo il regime degli khmer rossi come il legittimo governo cambogiano, pur aborrendo il loro "record del genocidio". La politica estera degli Stati Uniti era solidale con la Cina, la Thailandia e altri paesi del Sud-est asiatico, che erano contrari all'invasione vietnamita della Cambogia.[4]

  1. ^ Joel Brinkley, Cambodia's Curse: The Modern History of a Troubled Land, Public Affairs, 2011, pp. 48–49.
    «Khmer Rouge apologists easily outnumbered those who believed a tragedy was under way. These people had been vociferous opponents of the Vietnam War ... And to them, whatever the U.S. government had to say now was per force a lie ... Before the subcommittee, Porter said simply that it was 'a myth that between one million and two million Cambodians have been victims of a regime led by genocidal maniacs.' ... A few weeks earlier Noam Chomsky, an author and academic, offered an article in the Nation that conflated the American bombing and the Khmer Rouge horrors and made the same broad argument as the other apologists. He cited 'highly qualified specialists' whom he did not name, but 'who have studied the full range of evidence available, and who have concluded that executions numbered at most in the thousands.'»
  2. ^ Beachler, Donald W. (2009) "Arguing about Cambodia: Genocide and Political Interest" Holocaust and Genocide Studies, Vol. 23, No. 2, Fall 2009, p. 214, 215
  3. ^ Taylor B. Seybolt, Jay D. Aronson e Baruch Fischoff, Counting Civilian Casualties: An Introduction to Recording and Estimating Nonmilitary Deaths in Conflict, Oxford University Press, 2013, p. 238, ISBN 978-0-19-997731-4.
  4. ^ "Hold-Your-Nose Diplomacy", Washington Post, September 17, 1980

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