Il neoimpressionismo è un movimento pittorico nato con l'intento di sviluppare e sistematizzare in modo "scientifico" i principi dell'impressionismo[1]. Nasce dalle riflessioni della "Société des Indépendants" presieduta da Odilon Redon e composta da Paul Signac, Georges Seurat, Henri-Edmond Cross, Charles Angrand, Albert Dubois-Pillet, Hippolyte Petitjean, Théo van Rysselberghe, Léo Gausson e altri ancora. Fu definito in questo modo da Félix Fénéon nel 1886 per sottolineare da un lato la continuità con l'arte impressionista e dall'altro lato evidenziare il processo evolutivo guidato dalle più aggiornate conoscenze scientifiche nell'ambito dell'uso del colore. Fu anche detto divisionismo (o "cromo-luminarismo") per la tecnica usata e anche impropriamente indicato con il termine pointillisme[1] (in italiano tradotto come puntinismo). La tecnica divisionista e quella puntinista si svilupparono contemporaneamente e vennero utilizzate all'interno di questo movimento, ma quest'ultima si focalizzava soprattutto sull'utilizzo di punti di pittura piuttosto che sulla separazione dei colori[2][3]. Spesso divisionismo e puntinismo vengono usati per descrivere la stessa tecnica e sono considerati sinonimi[4][5].