New York nella guerra di secessione americana

Cartografia di New York nel 1860.

New York nella guerra di secessione americana fu - nel suo complesso - una città vivace ed impegnata, tutta protesa a fornire un ampio ventaglio di truppe, una della basi e fonti principali dei rifornimenti, equipaggiamenti e finanziamenti da devolvere sia all'Union Army che all'Union Navy. Potenti figure pubbliche cittadine, uomini politici e redattori di giornali contribuirono in una maniera sostanziale a formare l'opinione pubblica per indirizzarla in direzione degli sforzi bellici e verso le politiche assunte dalla presidenza di Abraham Lincoln.

Il porto di New York, uno dei maggiori punti d'ingresso per gli immigrati delle varie nazionalità europee, funse da terreno di reclutamento in modo massiccio; soprattutto irlandesi americani e tedeschi americani parteciperanno al conflitto in un numero assai elevato. Ad un ritmo incalzante il favore nei confronti dell'impegno nel conflitto a solidificarsi e a potenziarsi proprio a New York.

Tuttavia i forti legami legali stretti con il Sud, la crescente popolazione immigrata e la rabbia contro la coscrizione obbligatoria decisa dall'amministrazione federale condussero a una divisione dei favori della gente, con alcuni uomini d'affari favorevoli agli Stati Confederati d'America e altri settori favorevoli all'Unione. I disordini di New York, denominati "Draft Riots" perché legati alla leva obbligatoria, furono una serie di tumulti avvenuti nel 1863 provocati principalmente dai forti timori riguardo alla perdita del posto di lavoro a causa della leva, e dal risentimento verso gli uomini più facoltosi che potevano acquisire con la corruzione scappatoie alla coscrizione; furono uno dei più gravi episodi di sommossa civile dell'intera storia degli Stati Uniti. Questo principio di rivolta portò alla ribalta una diffusa violenza su base etnica da parte degli irlandesi nei confronti degli afroamericani. La vicina e più popolosa Brooklyn, al contrario, si mantenne più favorevole alla guerra.


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