OOPArt

La cosiddetta "Colonna di Ferro" di Qutb (India) è talvolta citata come un OOPArt

OOPArt (acronimo derivato dall'inglese Out Of Place ARTifacts, «manufatti, reperti fuori posto») è un termine coniato dal naturalista e criptozoologo statunitense Ivan T. Sanderson per dare un nome a una categoria di oggetti che sembrerebbero avere una difficile collocazione storica, ossia rappresenterebbero un anacronismo[1]. Vengono classificati come OOPArt tutti quei reperti archeologici o paleontologici che, secondo comuni convinzioni riguardo al passato, si suppone non sarebbero potuti esistere nell'epoca a cui si riferiscono le datazioni iniziali.

Da questi ritrovamenti, è nato il filone dell'archeologia misteriosa o pseudoarcheologia. La comunità scientifica non ha mai ritrovato in tali oggetti elementi o prove che le facessero apparire come "fuori dal tempo"[2], relegando le interpretazioni volte a sottolineare presunti anacronismi nell'ambito della pseudoscienza. Molti OOPArt hanno infatti ricevuto un'interpretazione del tutto coerente con le attuali conoscenze archeologiche e scientifiche[2]. In tutti quei casi in cui non si è data una risposta, ciò si deve al fatto che non si è ancora capito il tipo di utilizzo che aveva l'oggetto[2] o la descrizione dell'oggetto appare fumosa e inesatta oppure non si conosce il possessore dell'oggetto tanto da farne dubitare circa l'effettiva esistenza[3].

Nel tempo gli OOPArt sono stati usati per supportare le più varie teorie pseudoscientifiche come quelle ufologiche e creazioniste[4].

  1. ^ David Hatcher Childress, Lost cities of Atlantis, ancient Europe & the Mediterranean, Adventures Unlimited Press, 1996, ISBN 0-932813-25-9. URL consultato il 19 aprile 2010.
  2. ^ a b c Stefano Bagnasco, Out Of Place ARTifact, su cicap.org.
  3. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore sironi
  4. ^ Andrew O'Hehir, Archaeology from the dark side, su Salon.com, 31 agosto 2005. URL consultato il 19 aprile 2010.

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