Occhio | |
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Occhio umano con iride marrone chiaro | |
Struttura dell'occhio umano | |
Anatomia del Gray | (EN) Pagina 1000 |
Nome latino | oculus |
Identificatori | |
TA | A15.2.00.001 e A01.1.00.007 |
L'occhio, o bulbo oculare,[1] è l'organo di senso semi-esterno dell'apparato visivo, con il compito principale di ricavare informazioni sull'ambiente circostante attraverso la luce.
L'occhio umano (e degli organismi superiori[2]) raccoglie la luce che gli proviene dall'ambiente, sotto forma di una immagine ottica, regolandone l'intensità luminosa attraverso un diaframma (l'iride) e focalizzandola sulla retina, attraverso un sistema regolabile di lenti (cristallino), per poi trasformarla in una serie di segnali elettrici che confluiscono al cervello, attraverso il nervo ottico, per l'elaborazione e l'interpretazione.
L'occhio di Homo sapiens è un rilevatore molto sensibile, che in condizioni di tenebra assoluta può rilevare ancora una quantità di energia luminosa (nello spettro visibile) equivalente a soli 5 fotoni.[3]
La condizione ottica ideale di un occhio che non presenta anomalie di rifrazione (ametropie) è detta emmetropia.
Oltre alla funzione di vedere cogliendo informazioni attraverso la percezione visiva, gli occhi hanno anche funzioni di comunicare tramite la comunicazione non verbale, guardare ossia muovere lo sguardo con intenzionalità, sentire sensazioni estetiche positive o negative , pensare aiutando o inibendo col loro movimento processi di pensiero[4].