L'atto di occupare terreni o edifici (definito anche in inglese squatting),[1] compiuto da parte di singoli (chiamati squatter)[2] o di nuclei familiari o di gruppi organizzati, per fini abitativi o meno, può essere trattato sia dal punto di vista del diritto, sia da quello sociologico; i due aspetti sono strettamente correlati e spesso implicanti questioni di ordine pubblico e di ordine etico.