Occupazione sovietica della Bessarabia e della Bucovina settentrionale parte delle occupazioni militari dell'Unione Sovietica | |||
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Parata sovietica a Chișinău | |||
Data | 28 giugno-3 luglio 1940 | ||
Luogo | Bessarabia; Bucovina settentrionale | ||
Esito | Stabilimento della RSS moldava | ||
Schieramenti | |||
Effettivi | |||
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L'occupazione sovietica della Bessarabia e della Bucovina settentrionale avvenne tra il 28 giugno e il 4 luglio 1940, a seguito dell'ultimatum dato dall'Unione Sovietica alla Romania il 26 giugno 1940 che minacciava l'uso della forza.[1]
La Bessarabia faceva parte del Regno di Romania dal tempo della guerra civile russa, la Bucovina dalla dissoluzione dell'Austria-Ungheria, mentre Herța era un distretto del vecchio regno di Romania. Le regioni, con una superficie totale di 50 762 chilometri quadri (19 599 mi²) ed una popolazione di 3.776.309 abitanti, vennero successivamente incorporate nell'Unione Sovietica.[2][3] Il 26 ottobre 1940, anche sei isole rumene situate sul ramo di Chilia del Danubio, con un'area di 23,75 chilometri quadri (9,17 mi²), vennero occupate dall'esercito sovietico.[4]
L'Unione Sovietica aveva pianificato di realizzare l'annessione con un'invasione su vasta scala ma il governo rumeno, rispondendo a un ultimatum sovietico consegnato il 26 giugno, accettò di ritirarsi dai territori pur di evitare un conflitto militare. L'uso della forza era stato reso illegale dalla Convenzione per la definizione di aggressione nel luglio 1933, ma da un punto di vista legale internazionale il nuovo status dei territori annessi si basava infine su un accordo formale attraverso il quale la Romania acconsentì alla retrocessione della Bessarabia e alla cessione della Bucovina settentrionale. Poiché non venne menzionata nell'ultimatum, l'annessione del distretto di Herța non venne acconsentita dalla Romania e lo stesso vale per la successiva occupazione sovietica delle isole del Danubio.[1] Il 24 giugno la Germania nazista, che aveva riconosciuto l'interesse sovietico per la Bessarabia in un protocollo segreto del patto Molotov-Ribbentrop del 1939, venne informata prima del previsto ultimatum, ma non informò le autorità rumene, né era disposta a fornire supporto.[5] Il 22 giugno, la Francia, garante dei confini rumeni, cadde sotto l'avanzata nazista. Ciò è considerato un fattore importante nella decisione dei sovietici di emettere l'ultimatum.[6]
Il 2 agosto 1940 la Repubblica Socialista Sovietica Moldava venne proclamata repubblica costituente dell'Unione Sovietica, comprendendo la maggior parte della Bessarabia e parte della Repubblica Socialista Sovietica Autonoma Moldava, una repubblica autonoma della Repubblica Socialista Sovietica Ucraina situata sulla riva sinistra del Dnestr (ora stato separatista della Transnistria). Il Territorio di Herța e le regioni abitate dalle minoranze slave (Bucovina settentrionale, Bessarabia settentrionale e meridionale) vennero incluse nella RSS Ucraina. L'amministrazione sovietica venne caratterizzata da una serie di campagne di persecuzione politica, arresti, deportazioni nei campi di lavoro ed esecuzioni.
Nel luglio 1941 le truppe tedesco-rumene riconquistarono la Bessarabia, la Bucovina settentrionale ed Herța durante l'operazione Barbarossa. Venne istituita un'amministrazione militare e la popolazione ebraica della regione venne o giustiziata sul posto o deportata in Transnistria, dove vennero uccisi un gran numero di ebrei. Nell'agosto 1944, durante l'offensiva Iași-Chișinău, lo sforzo bellico dell'Asse sul fronte orientale crollò. Il colpo di Stato del 23 agosto 1944 fece sì che l'esercito rumeno cessasse di resistere all'avanzata sovietica e si unisse alla lotta contro la Germania. Le forze sovietiche avanzarono dalla Bessarabia in Romania, catturando gran parte del suo esercito permanente come prigionieri di guerra ed occupando il paese.[7] Il 12 settembre 1944 la Romania firmò l'armistizio di Mosca con gli Alleati. L'armistizio, così come il successivo trattato di pace del 1947, confermarono il confine sovietico-rumeno com'era il 1º gennaio 1941.[8][9]
La Bessarabia, la Bucovina settentrionale ed Herța rimasero parte dell'Unione Sovietica fino alla sua dissoluzione nel 1991, quando entrarono a far parte dei nuovi Stati indipendenti di Moldavia e Ucraina. La dichiarazione di indipendenza della Moldavia del 27 agosto 1991 dichiarò l'occupazione sovietica illegale.[10]