Operazione Kikusui parte della battaglia di Okinawa della seconda guerra mondiale nel teatro del Pacifico | |||
---|---|---|---|
![]() | |||
Data | 6 aprile - 22 giugno 1945 | ||
Luogo | Mare intorno all'isola di Okinawa | ||
Esito | Vittoria alleata | ||
Schieramenti | |||
Comandanti | |||
Effettivi | |||
| |||
Perdite | |||
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia | |||
Operazione Kikusui (菊水作戦?, Kikusui sakusen) fu una serie di grandi attacchi aerei suicidi sferrati dai reparti kamikaze della Marina imperiale giapponese e dell'Esercito imperiale giapponese durante la battaglia di Okinawa per cercare di fermare l'invasione dell'isola da parte delle forze aeronavali e terrestri alleate.
Gli attacchi aerei kamikaze, condotti con grande coraggio e determinazione dai giovani piloti volontari sotto la direzione dell'ammiraglio Matome Ugaki, si susseguirono in almeno dieci ondate dai primi giorni di aprile alla fine di giugno 1945. I disperati attacchi suicidi inflissero pesanti perdite alle forze navali alleate che ebbero numerose navi affondate o gravemente danneggiate, ma, nonostante il sacrificio della vita dei piloti giapponesi, non riuscirono a fermare la macchina militare statunitense che alla fine completò con successo la conquista dell'isola di Okinawa.
L'impressionante determinazione delle unità d'attacco speciale giapponesi e la gravità delle perdite subite influì sulla decisione della dirigenza politico-militare statunitense di evitare un'invasione terrestre del Giappone e ricercare altre soluzioni per arrivare alla resa dell'irriducibile nemico.
La denominazione dell'operazione, Kikusui, deriva dal nome della hata-jirushi (il vessillo di battaglia) del leggendario samurai Kusunoki Masashige.