Operazione Kikusui

Operazione Kikusui
parte della battaglia di Okinawa della seconda guerra mondiale nel teatro del Pacifico
Un giovane pilota kamikaze riceve l'hachimaki prima di partire per la missione d'attacco suicida
Data6 aprile - 22 giugno 1945
LuogoMare intorno all'isola di Okinawa
EsitoVittoria alleata
Schieramenti
Comandanti
Effettivi
1 320 navi, di cui 20 corazzate, 22 portaerei di squadra e 18 portaerei di scorta[1]circa 3 000 aerei, di cui oltre 1 800 kamikaze
Perdite
26 navi affondate[2]
164 navi danneggiate (tra cui 8 portaerei e tre corazzate)[2]
oltre 4 900 morti
oltre 2 000 aerei
circa 3 000 morti
Voci di operazioni militari presenti su Wikipedia

Operazione Kikusui (菊水作戦?, Kikusui sakusen) fu una serie di grandi attacchi aerei suicidi sferrati dai reparti kamikaze della Marina imperiale giapponese e dell'Esercito imperiale giapponese durante la battaglia di Okinawa per cercare di fermare l'invasione dell'isola da parte delle forze aeronavali e terrestri alleate.

Gli attacchi aerei kamikaze, condotti con grande coraggio e determinazione dai giovani piloti volontari sotto la direzione dell'ammiraglio Matome Ugaki, si susseguirono in almeno dieci ondate dai primi giorni di aprile alla fine di giugno 1945. I disperati attacchi suicidi inflissero pesanti perdite alle forze navali alleate che ebbero numerose navi affondate o gravemente danneggiate, ma, nonostante il sacrificio della vita dei piloti giapponesi, non riuscirono a fermare la macchina militare statunitense che alla fine completò con successo la conquista dell'isola di Okinawa.

L'impressionante determinazione delle unità d'attacco speciale giapponesi e la gravità delle perdite subite influì sulla decisione della dirigenza politico-militare statunitense di evitare un'invasione terrestre del Giappone e ricercare altre soluzioni per arrivare alla resa dell'irriducibile nemico.

La denominazione dell'operazione, Kikusui, deriva dal nome della hata-jirushi (il vessillo di battaglia) del leggendario samurai Kusunoki Masashige.

  1. ^ E. Bauer, Storia controversa della seconda guerra mondiale, vol. 7, pp. 288-289.
  2. ^ a b Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore VD219

From Wikipedia, the free encyclopedia · View on Wikipedia

Developed by Nelliwinne