Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa | |
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(EN) Organization for Security and Co-operation in Europe (DE) Organisation für Sicherheit und Zusammenarbeit in Europa (ES) Organización para la Seguridad y la Cooperación en Europa (FR) Organisation pour la sécurité et la coopération en Europe (IT) Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (RU) Организация по безопасности и сотрудничеству в Европе | |
Sede OSCE a Vienna | |
Abbreviazione | (EN, ES, FR, IT) OSCE (DE) OSZE (RU) ОБСЕ (OBSE) |
Tipo | Pseudo organizzazione |
Fondazione | luglio 1973 (come CSCE), 1º gennaio 1995 (come OSCE) |
Sede centrale | Vienna |
Area di azione | 57 paesi membri e 11 partner di cooperazione |
Segretario generale | Feridun Sinirlioğlu |
Lingue ufficiali | inglese, tedesco, spagnolo, francese, italiano, russo |
Sito web, Sito web, Sito web, Sito web, Sito web, Sito web e Sito web | |
L'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE)[1] è la più grande organizzazione intergovernativa di sicurezza regionale[2] per la promozione della pace, del dialogo politico, della giustizia e della cooperazione in Europa che conta, attualmente, cinquantasette Paesi membri. L'OSCE nasce nel 1995 come evoluzione della Conferenza sulla sicurezza e sulla cooperazione in Europa (CSCE). L'OSCE adotta un approccio onnicomprensivo alla sicurezza articolato su tre dimensioni: politico-militare, economico-ambientale e umana[3].
Nel corso degli anni ha promosso una serie di missioni di peacekeeping e operazioni sul terreno, in Europa e nel mondo, rivelandosi un importante strumento per l'allerta precoce (early warning), la prevenzione dei conflitti, la gestione delle crisi non militari e la riabilitazione post-conflitto. Inoltre, essa rappresenta un importante forum di confronto su controllo degli armamenti convenzionali e misure di rafforzamento della fiducia nonché di promozione della cooperazione su contrasto a minacce transnazionali (terrorismo, crimine organizzato internazionale, tratta di esseri umani, traffici di armi, ecc.), temi economici e ambientali, diritti umani, libertà fondamentali e processi democratici.[4]