Le ossime[1] in chimica organica sono una classe di composti derivati delle immine R1R2C=N−H per sostituzione (formale) dell'atomo di idrogeno imminico con un ossidrile OH.[2][3] Sono quindi caratterizzate dalla presenza del gruppo funzionale >C=N−OH (gruppo ossimico[2][4]), con C e N ibridati sp2, come accade per C e O nell'affine gruppo carbonilico >C=O.[5] Le ossime derivano infatti, anche da un punto di vista sintetico, da aldeidi o chetoni per reazione con l'idrossilammina (una condensazione), come per la formazione di immine per analoga condensazione di aldeidi o chetoni con ammoniaca o ammine:[6]
Di conseguenza, anche per le ossime esistono analoghe distinzioni in base ai gruppi che possono essere uniti alle valenze libere del loro gruppo funzionale, cioè al carbonio. Questi possono essere idrogeno (H) o carbonio (C) di alchili/arili (R/Ar). In base a questo si hanno tre tipi di ossime:
La sostituzione dell'idrogeno ossidrilico con un gruppo alchilico o arilico dà luogo ad una classe distinta, seppur affine, costituita dagli eteri delle ossime, R1R2C=N−O−R3 (vide infra). Questi derivano dalla condensazione di aldeidi o chetoni con una O-alchilidrossilammina. Similmente agli eteri, sono noti anche gli esteri delle ossime, nei quali l'idrogeno ossidrilico è rimpiazzato da un acile e quindi la loro formula generale è R1R2C=N−O−C(=O)−R3.
Una classe analoga a quella delle ossime è rappresentata dagli idrazoni, di formula generale R1R2C=N−NH2, i quali derivano da aldeidi o chetoni per condensazione con idrazina.[7]
Le ossime sono derivati stabili di aldeidi e chetoni, spesso ben cristallizzabili, e come tali sono state usate per analizzare e caratterizzare tali composti carbonilici, al pari dei corrispondenti idrazoni, arilidrazoni e semicarbazoni.[8]
Altra classe di sostanze spesso menzionata in relazione alle ossime è quella delle ammidossime, di formula generale R1-C(=NOH)−NR2R3.[9] Queste però, come le ammidi o le ammidine, sono derivati in cui il carbonio del gruppo funzionale ha tre legami complessivi con atomi più elettronegativi (invece di due soli), analogamente a quanto accade per gli acidi carbossilici, le ammidi stesse e i nitrili, ai quali le ammidossime sono più naturalmente affini.[7]