P2

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P2 (acronimo di Propaganda due, fondata nel 1877 con il nome di Propaganda massonica)[1] fu una loggia della massoneria italiana aderente al Grande Oriente d'Italia (GOI).

Fondata nella seconda metà del XIX secolo, venne sciolta durante il ventennio fascista e poi ricostituita alla fine della seconda guerra mondiale; nel periodo della sua conduzione da parte di Licio Gelli assunse forme deviate rispetto agli statuti della massoneria ed eversive nei confronti dell'ordinamento giuridico italiano. Fu sospesa dal GOI il 26 luglio 1976[2][3]; successivamente, la Commissione parlamentare di inchiesta sulla loggia massonica P2 sotto la presidenza dell'onorevole Tina Anselmi concluse il caso P2 denunciando la loggia come una vera e propria «organizzazione criminale»[4] ed «eversiva», venendo sciolta definitivamente nel 1982.[5]

Secondo le indagini della procura generale di Bologna terminate nel 2020 e le successive sentenze della Corte d'assise, la P2 è responsabile dell'organizzazione della strage di Bologna, oltre che dei successivi depistaggi delle indagini, con il suo capo Licio Gelli che è stato identificato come mandante e finanziatore della strage.[6][7][8][9][10]

  1. ^ Arrigo, p. 45.
  2. ^ Silj, p. 190.
  3. ^ Fiorentino, pp. 71-72.
  4. ^ Willan, p. 50.
  5. ^ Grande Oriente d'Italia di Palazzo Giustiniani C. Italia, su esoteria.org, esoteria.org, 2 agosto 2001. URL consultato il 25 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 6 giugno 2002).
  6. ^ Bologna, la Strage del 2 Agosto: «La bomba di Paolo Bellini e i soldi di Licio Gelli, agirono per eversione e denaro», su corrieredibologna.corriere.it. URL consultato l'8 gennaio 2025.
  7. ^ Licio Gelli finanziatore della strage di Bologna. I giudici: «Senza ombra di dubbio», su corriereromagna.it. URL consultato l'8 gennaio 2025.
  8. ^ 2 Agosto, l’ultima verità: “Gelli consapevole finanziatore della strage. Bellini portò la bomba”, su bologna.repubblica.it.
  9. ^ “Paolo Bellini portò la bomba per la Strage di Bologna e Licio Gelli finanziò l’attentato”, su ilrestodelcarlino.it. URL consultato l'8 gennaio 2025.
  10. ^ Terroristi neofascisti, depistatori piduisti, soldi di Gelli: la strage di Bologna non è più un mistero, su lespresso.it.

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