Complesso presidenziale | |
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Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | Anatolia Centrale |
Località | Ankara |
Coordinate | 39°55′51.96″N 32°47′56.04″E |
Informazioni generali | |
Condizioni | In uso |
Inaugurazione | 29 ottobre 2014 |
Stile | architettura anatolica selgiuchide e modernismo |
Uso | residenza ufficiale |
Realizzazione | |
Architetto | Şefik Birkiye |
Proprietario | Turchia |
Il Palazzo presidenziale (in turco Cumhurbaşkanlığı Külliyesi, Complesso presidenziale)[1] è il palazzo presidenziale della Repubblica di Turchia. Il complesso si erge nel quartiere di Beştepe, Ankara.
Secondo il concetto di "Nuova Turchia" del Presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, è stato previsto che, quando egli si trasferirà nel nuovo palazzo, la vecchia residenza presidenziale diventerà la sede del Consiglio dei Ministri turco. Questo è accaduto appena dopo le elezioni parlamentari del giugno 2015. L'inaugurazione come residenza ufficiale del presidente Erdoğan è coincisa con il Giorno della Repubblica di Turchia, il 29 ottobre 2014.[2]
Prima di ricevere l'appellativo di Külliye, ovvero "complesso", nome tipicamente religioso, il palazzo veniva chiamato con il nome di Ak Saray ("palazzo bianco"). Siccome la costruzione del complesso è continuata nonostante fosse ostacolata dai tribunali turchi, viene talvolta riferito da alcune frange dell'opposizione come "Kaç-Ak Saray", in cui la parola kaçak in turco significa "illegale", anche come critica verso il Partito per la Giustizia e lo Sviluppo (AKP) del Presidente.[3] Erdoğan propose di chiamarlo Cumhurbaşkanlığı Külliyesi, riferito alla moschea presente nel complesso.[4] Questo è stato adottato come nome ufficiale a partire dal 3 luglio 2015.[5] Il costo di costruzione dell'edificio è raddoppiato rispetto alla stima iniziale di oltre 600 milioni di dollari americani.[6]
Il 10 luglio 2015, il Consiglio di Stato turco dichiarò che la costruzione del palazzo violava la legge e ne ordinò lo sgombero.[7] Tuttavia, la Presidenza, citando il paragrafo 2 dell'Articolo 105 della Costituzione della Repubblica di Turchia, dichiarò che la decisione fosse ultra-vires. Il Paragrafo afferma che "nessun appello può essere espresso da nessuna autorità giuridica, inclusa la Corte Costituzionale, contro le decisioni e gli ordini firmati dal Presidente della Repubblica di sua iniziativa".[8]