Parco naturale regionale delle Alpi Apuane | |
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Tipo di area | Parco regionale |
Codice WDPA | 14636 |
Codice EUAP | EUAP0229 |
Class. internaz. | Categoria IUCN IV: area di conservazione di habitat/specie |
Stati | ![]() |
Regioni | ![]() |
Province | ![]() ![]() |
Superficie a terra | 20.598,00 ha |
Provvedimenti istitutivi | LL.RR. 05, 21.01.85 / 65, 11.08.97 - D.G.R. 114, 19.02.92 |
Gestore | Ente diritto pubblico dipendente dalla regione Toscana |
Presidente | Andrea Tagliasacchi |
Mappa di localizzazione | |
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Sito istituzionale e Sito istituzionale | |
Il parco naturale regionale delle Alpi Apuane è un'area naturale protetta con sede legale nel Comune di Stazzema, ma ha anche uffici a Castelnuovo di Garfagnana, Massa e Seravezza (Versilia).
Nel 1985, a seguito di una raccolta di firme partita molti anni prima e la presentazione nel 1978 di una legge di iniziativa popolare, la Regione Toscana istituì il Parco naturale Regionale delle Alpi Apuane. Nel 1997, con la Legge Regionale 65/1997 ne venne ridotto il perimetro da circa 54.000 ettari agli attuali 20.598 ettari (200 km²), in modo da tutelare la presenza delle cave di marmo, riclassificate come “aree contigue”[1]. Grazie a tale riclassificazione, nel 2021 il Consiglio di Stato ha rigettato il ricorso delle associazioni ambientaliste contro la riapertura di cave nelle suddette aree[2]. A causa della tutela ambientale ritenuta insufficiente, Il Fatto Quotidiano ha definito il Parco naturale regionale delle Alpi Apuane un "parco regionale burla"[3].
Gli ambiti geografici del parco sono:
Dal 2012, il parco è entrato a far parte della rete dei Geoparchi mondiali UNESCO. Nel 2020 è stata avviata una petizione per la sua trasformazione in un parco nazionale[4]. C'è inoltre la proposta di accorparlo al già esistente e contiguo Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano[5].
Le Alpi Apuane infatti racchiudono circa il 50% della biodiversità toscana, compresi alcuni endemismi[6]. Sono presenti, tra la flora e la fauna, anche specie rare e relitte[7][8][9][10][11], tra i quali il tritone alpestre, minacciato dalla Cava Valsora[12]. Da notare che il comprensorio delle Apuane è parte della rete Natura 2000 e racchiude aree di elevato interesse ambientale come ad esempio Important Bird and Biodiversity Area, Zone di Protezione Speciale, Zone speciale di conservazione, Siti di Interesse Comunitario, Oasi WWF, Oasi LIPU e aree di rilevanza erpetologica. Inoltre è attiva una collaborazione tra Parco Nazionale dell'Appennino Tosco-Emiliano e Parco regionale delle Alpi Apuane per la protezione del lupo[13].
Anche da un punto di vista escursionistico, alpinistico e speleologico, le Apuane sono un territorio di pregio, ricco di sentieri, vie ferrate (quella del Monte Procinto, aperta nel 1893, è la più antica d'Italia), vie d'arrampicata e cavità carsiche, spesso minacciate dalle cave[14][15]. Nel 2021 il C.A.I. ha proposto l'istituzione di un Parco Culturale delle Apuane[16].
Inoltre nell'area sono presenti emergenze storiche, artistiche ed archeologiche, alcune delle quali legate alla stessa attività estrattiva antica. Nel 2000, tramite una legge nazionale tuttora valida, fu decretata l'istituzione del Parco Archeominerario delle Alpi Apuane per tutelare dall'attuale attività estrattiva le testimonianze di quella di epoca antica[17], ma la cui effettiva istituzione è tuttavia sospesa dal 2006, nonostante i pareri favorevoli degli enti locali[18]. Per ovviare ai ritardi, nel 2003 il Parco naturale Regionale delle Alpi Apuane ha istituito il Sistema museale di archeologia mineraria delle Alpi Apuane[19]. Sono inoltre presenti testimonianze della Linea Gotica[20], delle lotte partigiane[21] e della Seconda Guerra Mondiale[22], come il Parco Nazionale della Pace di Sant'Anna di Stazzema e il Parco della Resistenza al Monte Brugiana.
Il parco comprende una grande varietà di ambienti montani e collinari e le famose cave di marmo bianco, attorno alle quali si è sviluppata un'aspra battaglia politica e legale che vede contrapposti da un lato gli industriali che ne detengono le concessioni e dall'altro ambientalisti, che si battono per la loro chiusura.