Partito Comunista dell'Unione Sovietica | |
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(RU) Коммунистическая партия Советского Союза Kommunističeskaja partija Sovetskogo Sojuza | |
Leader | Vladimir Lenin Iosif Stalin Nikita Chruščëv Leonid Brežnev Jurij Andropov Konstantin Černenko Michail Gorbačëv |
Stato | Unione Sovietica |
Sede | Mosca, Piazza Staraja, 4 |
Abbreviazione | (IT) PCUS (RU) КПСС (KPSS) |
Fondazione | 1912 (de facto) e 1917 come Partito operaio socialdemocratico russo (bolscevico).[Nota 1] Ridenominazioni:
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Derivato da | Partito Operaio Socialdemocratico Russo |
Dissoluzione | 29 agosto 1991 |
Ideologia | Comunismo Marxismo-leninismo[1] |
Coalizione | Blocco dei comunisti e dei senza partito (dal 1937)[2] |
Affiliazione internazionale | Comintern (1919-1943) Cominform (1947-1956) |
Seggi massimi Soviet Supremo | 1 141 / 1 517 (1966)[3]
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Seggi massimi Congresso dei deputati del popolo | 1 716 / 1 958 (1989)[Nota 2]
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Testata | Pravda |
Organizzazione giovanile | Unione comunista della gioventù (Komsomol) Organizzazione dei pionieri di tutta l'Unione |
Iscritti | 19.487.822[4] (1º gennaio 1989) |
Colori | Rosso |
Il Partito Comunista dell'Unione Sovietica, noto anche con l'acronimo PCUS (in russo Коммунистическая партия Советского Союза, КПСС?, Kommunističeskaja partija Sovetskogo Sojuza, KPSS), è stato un partito politico di orientamento marxista.[5]
Nato come corrente bolscevica del Partito Operaio Socialdemocratico Russo nel 1903, si sviluppò successivamente come partito autonomo e fu protagonista dei moti rivoluzionari che interessarono l'Impero russo nella prima parte del XX secolo fino a guidare con successo la Rivoluzione d'ottobre del 1917, a seguito della quale avviò la trasformazione della Russia in uno Stato socialista e diede vita all'Unione Sovietica (dicembre 1922).[6][7]
Considerandosi avanguardia del proletariato nella fase transitoria di costruzione del socialismo prima e del comunismo poi, il partito rivestì il ruolo di guida del Paese, all'interno della base teorica costituita dall'ideologia marxista-leninista, vista come fondamento scientifico della trasformazione rivoluzionaria della società.[8] Fu inoltre punto di riferimento del movimento socialista mondiale nell'ambito dell'Internazionale Comunista (1919-1943) e, dopo la vittoria nella seconda guerra mondiale, nel contesto della guerra fredda.[7][9]
Il ruolo centrale del partito nella politica dell'URSS venne esplicitato nella Costituzione sovietica del 1936[10] e in modo ancora più netto in quella del 1977, che pose la descrizione della funzione dirigente del PCUS tra i principi fondamentali.[11] Il partito perse il monopolio del potere politico nel 1990 durante il periodo della perestrojka, quando vennero tentate riforme finalizzate al rafforzamento dell'apparato istituzionale,[Nota 3] e cessò la propria attività l'anno successivo nella fase di dissoluzione dell'Unione Sovietica.[12]
Il PCUS assunse la propria denominazione definitiva a partire dal 1952, mentre fino al 1918 si chiamò Partito Operaio Socialdemocratico Russo (bolscevico), in sigla POSDR(b); dal 1918 al 1925 Partito Comunista Russo (bolscevico), o PCR(b); e dal 1925 al 1952 Partito Comunista di tutta l'Unione (bolscevico), o PCU(b).[13][14]
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