Il Partito Socialdemocratico (in romeno Partidul Social Democrat, PSD) è un partito politico rumeno di centro-sinistra fondato nel 2001 a seguito della confluenza di due distinti soggetti politici: il Partito della Democrazia Sociale di Romania (Partidul Democrației Sociale din România, PDSR), nato nel 1993 sulle istanze del Fronte Democratico di Salvezza Nazionale (Frontul Democrat al Salvării Naționale, FDSN) e il Partito Social Democratico Romeno (Partidul Social Democrat Român, PSDR), fondato nel 1990 come prosecutore dell'omonimo partito costituitosi nel 1927 e dissolto nel 1948.
Sotto la presidenza di Adrian Năstase fu il partito di maggioranza che guidò il paese dal 2000 al 2004, mentre nello stesso periodo il presidente della repubblica fu Ion Iliescu, candidato sostenuto in occasione delle elezioni presidenziali del 2000. All'epoca tra le maggiori preoccupazioni del PSD vi fu quella dell'apertura alle istituzioni e alle piattaforme politiche sovranazionali. Mentre da un lato il governo conseguì per il paese l'accesso a NATO (2004) ed Unione europea (2007), dall'altro il partito riuscì ad ottenere lo status di membro dell'Internazionale Socialista (2003) e del Partito del Socialismo Europeo (2005).
Dopo la sconfitta alle elezioni parlamentari e presidenziali del 2004, il PSD passò all'opposizione di un governo di centro-destra condotto da Călin Popescu Tăriceanu e lanciò numerosi attacchi al nuovo presidente della repubblica Traian Băsescu. L'insuccesso aprì una crisi interna al PSD, che portò alla nomina alla presidenza di Mircea Geoană, eletto nel corso del congresso nazionale del 21 aprile 2005. Malgrado i propositi di rinnovamento presentati dal nuovo leader, alle elezioni legislative del 2008 il PSD non riuscì ad ottenere un risultato tale da permettere la formazione di una maggioranza individuale. I due partiti più votati Partito Democratico Liberale (PD-L) e PSD, quindi, si unirono in un governo di coalizione a sostegno di Emil Boc che durò fino al 2009, quando le diatribe in seno all'esecutivo spinsero i socialdemocratici a passare all'opposizione. Nello stesso anno Geoană, candidato presidenziale del PSD alle elezioni del 2009, fu sconfitto di stretta misura da Băsescu, evento che segnò il declino della sua leadership.
Nel 2010, infatti, il congresso nominò nuovo presidente del partito Victor Ponta, che spinse il PSD ad un'alleanza con il Partito Nazionale Liberale (PNL), al fine di costituire un fronte di opposizione comune al presidente Băsescu e al governo in carica. Nel 2011, quindi, nacque l'Unione Social-Liberale (USL) che, complici le controverse misure del PD-L varate per combattere la difficile situazione economica in atto, nel maggio 2012 ottenne mandato di formare un nuovo governo con a capo Victor Ponta. Dopo aver cercato di destituire il presidente della repubblica con una procedura di impeachment (luglio 2012), l'USL ottenne un plebiscito alle elezioni parlamentari dell'autunno 2012, che permise la riconferma di Ponta a primo ministro.
Nel 2014 si verificò la rottura dell'alleanza con il PNL, che concorse da avversario del PSD alle elezioni presidenziali di quell'anno. Il candidato del PSD fu Victor Ponta, che a sorpresa fu sconfitto da quello del PNL Klaus Iohannis. Nel 2015 una serie di scandali politici e giudiziari costrinse Ponta alle dimissioni da presidente del PSD. Al suo posto fu nominato Liviu Dragnea, unico candidato alle primarie e convalidato dal congresso nazionale del 18 ottobre 2015. Nello stesso mese il tragico incendio del Colectiv portò alla fine del governo Ponta e alla nomina di un governo tecnico presieduto da Dacian Cioloș, che fu sostenuto dalla maggioranza delle forze parlamentari, compreso il PSD.
Nonostante i seri problemi di immagine del PSD e una condanna definitiva per frode elettorale nei suoi confronti, Dragnea riuscì a riorganizzare il partito in vista delle elezioni parlamentari in Romania del 2016, che marcarono un indiscutibile successo per i socialdemocratici. Questi strinsero un patto di governo con l'Alleanza dei Liberali e dei Democratici (ALDE), che sostenne i successivi premier in area PSD. Nel gennaio 2017 nacque il governo Grindeanu, che fronteggiò da subito dure proteste di piazza a causa del tentativo del partito di realizzare delle modifiche al codice penale. In conseguenza di lotte di potere interne al PSD, nel giugno 2017 il primo ministro Sorin Grindeanu fu sfiduciato ed espulso dal partito. Allo stesso modo il governo presieduto dal suo successore Mihai Tudose rimase in carica solamente sei mesi per via di divergenze con il presidente Dragnea. Nel gennaio 2018 PSD e ALDE sostennero la formazione di un nuovo gabinetto con a capo l'europarlamentare socialdemocratico Viorica Dăncilă.
Nel 2019 Liviu Dragnea subì una nuova condanna in via definitiva, che portò al suo arresto e alla decadenza dai suoi incarichi. Il premier Viorica Dăncilă, quindi, assunse il ruolo di nuovo presidente del PSD. Il governo Dăncilă cadde nell'ottobre 2019 su una mozione di sfiducia, mentre il mese successivo lo stesso premier fu duramente sconfitto alle elezioni presidenziali dal candidato del PNL Klaus Iohannis e costretto alle dimissioni da leader del partito.
In seguito alle elezioni parlamentari del 2020 il PSD confermò il suo ruolo di principale partito d'opposizione, mentre nel 2021 tornò al governo in coalizione con PNL e UDMR.
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore pol20162
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore cornelban
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore daborowski
<ref>
: non è stato indicato alcun testo per il marcatore digi20172