Partito dei Lavoratori del Kurdistan | |
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Partîya Karkerén Kurdîstan | |
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Leader | Abdullah Öcalan |
Segretario | Murat Karayılan |
Stato | ![]() |
Sede | senza sede fissa (quartier generale sconosciuto) |
Abbreviazione | PKK |
Fondazione | 27 novembre 1978 |
Ideologia | Attuale[1][2][3][4][5][6][7][8]: Confederalismo democratico[9] Socialismo libertario Marxismo libertario Comunismo libertario Comunalismo Autonomismo curdo[10] Pluralismo Secolarismo Femminismo curdo (jineolojî) Ecologia sociale |
Affiliazione internazionale | Unione delle Comunità del Kurdistan |
Iscritti | 32.800 miliziani (2015) |
Sito web | pkk-online.com/en/ |
Il Partito dei Lavoratori del Kurdistan (in curdo Partîya Karkerén Kurdîstan, sigla PKK; in turco Kürdistan İşçi Partisi) è un'organizzazione politica e paramilitare, diffusa prevalentemente nell'altopiano del Kurdistan, sostenuta principalmente dalle masse popolari (prevalentemente agricole) nel Kurdistan turco, nel sud-est della Turchia, zona popolata dall'etnia curda, ma attiva anche nel Kurdistan iracheno.
Inizialmente fu un'organizzazione nazionalista curda d'ispirazione marxista-leninista, rivendicante, similmente agli iracheni Partito Democratico Curdo (KDP o PDK) e Unione Patriottica del Kurdistan (KPU), ai partiti iraniani Partito Democratico del Kurdistan Iraniano e Partito per la Vita Libera in Kurdistan (PJAK), al siriano Partito dell'Unione Democratica (PYD) e altri partiti curdi minori, la fondazione di uno Stato indipendente nella regione storico-linguistica del Kurdistan, a cavallo tra Turchia, Iraq, Iran e Siria.
A partire dal 1999, il leader incarcerato Abdullah Öcalan ha abbandonato il marxismo-leninismo[11], rimuovendo il simbolo della falce e martello dalla bandiera del PKK, portando il partito ad adottare la nuova piattaforma politica del confederalismo democratico[12] (ispirato dalle letture, maturate durante la sua prigionia, dell'opera del pensatore anarchico Murray Bookchin, inerenti alle teorie del municipalismo libertario e dell'ecologia sociale[13]).
Secondo le cifre ufficiali, la guerra aperta tra il PKK e lo Stato turco avrebbe causato almeno 40.000 morti dal 1984 al 2015, per lo più combattenti e civili del PKK. Durante questo periodo, gran parte del Kurdistan turco è stato devastato dalla strategia della “terra bruciata” impiegata dall'esercito turco. Nel 2015, il PKK ha spostato le sue basi nel Kurdistan iracheno, dove le forze armate turche effettuano frequenti raid e attacchi aerei.[14]
Il gruppo, tuttavia, è stato da più parti accusato di terrorismo per i suoi metodi di lotta (come l'uso di attentati dinamitardi e kamikaze contro obiettivi militari turchi - questi ultimi ritenuti oppressori del popolo curdo, specie in seguito alle sanguinose repressioni del governo di Ankara - o anche a sequestri di occidentali[15][16]). È stato accusato dal regime turco e da ambienti filo-turchi di essere un vero e proprio sindacato criminale, implicato soprattutto nel traffico di stupefacenti, tramite il quale finanzierebbe la propria attività insurrezionale[17][18].
È attualmente considerato un'organizzazione terroristica dalla Turchia, dagli Stati Uniti d'America, dall'Unione europea (dal 2002 a seguito delle pressioni degli USA, promulgatori durante la presidenza di George W. Bush della cosiddetta War on Terror, nonostante diversi gruppi di protesta, nel corso degli anni, abbiano provato a convincere l'UE a rimuoverlo dalla lista di Paesi ed organizzazioni terroristiche e considerarlo una legittima forza politica di resistenza[19], sebbene, nel 2008, il Tribunale dell'Unione europea abbia persino deliberato in sfavore della scelta fatta in materia dall'Unione[20] e nel 2018 la Corte Europea abbia sentenziato l'irregolarità di tale iscrizione fra 2014 e 2017[21]), dall'Iran e dalla NATO, ma non dalla Russia, dall'India, dalla Cina, dal Brasile, dalla Svizzera, dall'Egitto e dalle Nazioni Unite[22][23][24][25]. Le sue ali militari sono le Forze di Difesa del Popolo (HPG), l'Unità delle Donne Libere (YJA-STAR) e l'Esercito di Liberazione Nazionale del Kurdistan (ARGK).
Oltre che contro il governo turco (con cui è in vigore un cessate il fuoco dal 2013), il PKK è impegnato nella guerra contro lo Stato Islamico (ISIS) in Iraq e in Siria assieme ai peshmerga e all'YPG curdi - con cui ha stretti legami, tanto da essere considerate come due organizzazioni sorelle[26][27] - ed è presente nella regione del Rojava. Il partito è inoltre molto noto per la sua difesa convinta dei diritti delle donne, spesso presenti come soldati effettivi nelle sue milizie armate, e la sua forte contrarietà al fondamentalismo islamico.
Nel 2015 il PKK ha interrotto la tregua con la Turchia, guidata da anni dal filo-islamico Recep Tayyip Erdoğan, uccidendo quattro poliziotti turchi; il Governo turco ha risposto bombardando postazioni del PKK in Iraq[28].