Pastore di Erma | |
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Datazione | 120-140 circa |
Attribuzione | Erma |
Luogo d'origine | Roma |
Manoscritti | Codex Sinaiticus |
Il Pastore di Erma (in greco antico: Ποιμὴν τοῦ Ἑρμᾶ?, Poimèn toŷ Ermâ; in latino Hermae Pastor), originariamente intitolato semplicemente Il Pastore[1], è un testo paleocristiano di genere apocalittico,[2] composto nella prima metà del II secolo. Prende il nome dal personaggio principale della Visione V, l'Angelo della Penitenza, il quale appare ad Erma nelle vesti di pastore. Sebbene non sia inserito nel canone biblico, il Pastore godette di un'ampia fortuna tra i cristiani del II secolo, tanto che alcuni Padri della Chiesa lo considerarono Sacra Scrittura.
È composto da cinque Visioni, dodici Comandamenti e dieci Similitudini (o parabole).[3] Facendo uso di allegorie e dedicando speciale attenzione alla Chiesa, chiede ai fedeli di pentirsi dei peccati che l'hanno danneggiata.
Originariamente scritto a Roma in lingua greca, fu presto tradotto due volte in latino. Le due versioni latine sono le cosiddette "Vulgata"[4] (inizio III secolo circa) e "Palatina" (V secolo). Il testo tradotto in latino si è conservato per intero, mentre quello greco è incompleto in quanto mancano gli ultimi paragrafi della nona Similitudine e tutta la decima Similitudine.