La pena di morte in Bielorussia è una sanzione legale[1] utilizzata per punire determinati crimini. La pena di morte è presente nel paese sin da quando dichiarò l'indipendenza dall'Unione Sovietica nel 1991, anche se si sono comunque verificate delle condanne a morte (e anche eseguite) durante il periodo sovietico. Secondo l'attuale costituzione, può essere usata per punire "gravi crimini" come violenza ma anche terrorismo, tentato terrorismo[2][3] genocidi, crimini contro l'umanità o anche crimini contro lo Stato ma anche crimini non violenti possono essere puniti con la morte, come il sabotaggio e anche reati militari come l'alto tradimento[4]. L'unico modo per sfuggire alla pena di morte è che il presidente conceda la grazia.
La Repubblica di Bielorussia è il solo e unico paese europeo a non aver abbandonato la pena di morte ed è anche l'unico dell'ex Unione Sovietica a non averlo fatto in quanto Russia e Tajikistan hanno applicato delle moratorie, i restanti dodici paesi l'hanno totalmente abolita. Il governo di Minsk nel corso del tempo ha provato a regolare quanto meglio possibile il suo utilizzo.
L'essere l'unico Stato europeo che ancora usufruisce della pena di morte ha portato diverse critiche dall'ONU e da altre organizzazioni internazionali e sempre a causa di ciò, la Bielorussia non è ammessa nel Consiglio d'Europa, infatti è uno dei pochissimi Stati europei a non farne parte come la Russia e il Kosovo.