Il rapporto e le relazioni intercorrenti tra le persone lesbiche, gay, bisessuali e transgender (LGBT) con la religione in generale rimangono altamente variegate; esse possono variare notevolmente a seconda del tempo e del luogo preso in esame, all'interno e tra le diverse religioni e sette: possono inoltre essere differenti per i diversi tipi di orientamento sessuale e identità di genere.
Alcuni degli organismi e gerarchie maggiormente autorevoli e le dottrine delle religioni maggioritarie del mondo propongono tesi generalmente negative al riguardo. Queste possono variare dallo scoraggiamento esplicito del comportamento omosessuale al divieto di tutte quelle pratiche sessuali esistenti tra persone dello stesso sesso, fino all'adesione attiva e all'accettazione sociale delle identità LGBT.
Le voci più liberali e progressiste all'interno di queste religioni tendono a considerare le persone LGBT in una maniera più positiva ed alcune tra le confessioni religiose più liberali arrivano a benedire il matrimonio tra persone dello stesso sesso, così come accettano e sposano le persone transgender. Storicamente alcune culture e religioni divenute istituzionali hanno riconosciuto l'amore tra persone dello stesso sesso e la loro sessualità[1][2]; tali mitologie e tradizioni si possono rinvenire in tutti i continenti[3].
Gli elementi costitutivi religioso e culturale della pratica non-eterosessuale può ancora essere certificata in tradizioni che sono sopravvissute fino alla storia moderna, come ad esempio le subculture "Berdache" (Two Spirit[4]) tra i nativi americani, gli Hijra nel subcontinente indiano[5], i Khanith nella penisola arabica[6], i Kathoey in Thailandia, i Travesti nell'America Latina, i Bacha Bazi in Afghanistan e i Köçek nell'impero ottomano.