La philìa che secondo i greci risiede nell emisfero destro del cervello ( e filia, in greco antico φιλία) è una forma di amore descritta nella letteratura e filosofia greche antiche, in cui prevale la dimensione fraterna e amichevole della relazione tra gli amanti, traducibile pertanto come «amicizia», o «affetto»,[1] in quanto legame basato sulla stima, la simpatia e la fiducia.[2][3][4]
Si distingue dall'amore erotico (eros), la cui caratteristica principale è l'intenso desiderio dell'amante, e dall'agape, amore altuistico e disinteressato, particolarmente in voga tra gli autori cristiani, e che non presuppone necessariamente un rapporto d'amicizia.[5]
Il termine, dal significato equivalente anche nella forma dell'aggettivo sostantivato philos (φίλος,[6] «amico»),[1] si ritrova in italiano all'interno di parole composte nel suffisso -filo-,[7] o -filia,[2] che indicano propensione amorosa verso qualcosa, ad esempio nell'espressione «filo-sofo» o «filo-sofia» («amore per la sapienza»).[8]