In informatica una piattaforma di sviluppo low-code (Low-Code Development Platform - LCDP) è un ambiente di sviluppo che permette di creare software applicativi attraverso moduli di configurazioni e interfacce grafiche, invece di programmare scrivendo codice sorgente. La piattaforma può focalizzarsi sulla progettazione e sullo sviluppo di un particolare tipo di applicazione: database, processi aziendali o interfacce utente, come le applicazioni web, applicazioni mobile. Tali piattaforme possono produrre applicazioni interamente operative o richiedere modifiche per sviluppare funzionalità aggiuntive dell’applicativo generato. Le piattaforme di sviluppo low code riducono la quantità di scrittura di codice manuale tradizionale, consentendo una creazione accelerata delle applicazioni aziendali. Uno dei vantaggi è quello di permettere a persone senza particolari competenze tecniche di programmazione di contribuire alle fasi iniziali di sviluppo di un’applicazione.
Le piattaforme di sviluppo low-code riducono il costo iniziale di installazione, implementazione e formazione[1].
Il mercato delle piattaforme di sviluppo low-code risale al 2011[2], ma soltanto nel 2014[1] Forrester Research, organizzazione di analisi di mercato, ha dato un nome a questo tipo di ambiente di sviluppo.
La storia delle piattaforme di sviluppo low-code affonda le proprie radici nel linguaggio di programmazione di quarta generazione e negli strumenti di sviluppo rapido delle applicazioni degli anni '90 e dei primi anni 2000. Come gli ambienti di sviluppo precedenti, le piattaforme di sviluppo low-code si basano sui principi dell’ingegneria guidata dal modello, sulla generazione automatica di codice e sulla programmazione visuale[3].