Pietro da Cortona, nato come Pietro Berrettini (Cortona, 1º novembre 1597 – Roma, 16 maggio 1669), è stato un pittore e architetto italiano.
Fu attivo prevalentemente a Roma e Firenze nel corso del Seicento, sotto la protezione di alcune delle famiglie più importanti e influenti delle due città, vedendo il succedersi dei regni di sei papi,[1] per conto dei quali lavorò dietro commessa diretta di ben quattro di loro: dapprima al seguito dei fratelli Marcello e Giulio Cesare Sacchetti, poi della famiglia Mattei, poi dei Barberini, sotto il pontificato di Urbano VIII, grazie al quale consolidò la sua posizione di artista tra i più importanti dell'epoca, successivamente della dinastia Medici, per i quali lavorò a Firenze, poi della famiglia Pamphilj, sotto il pontificato di Innocenzo X, quindi Chigi, sotto papa Alessandro VII e infine Rospigliosi, sotto la reggenza di Clemente IX.[2]
È universalmente ritenuto, assieme a Gian Lorenzo Bernini e al Borromini, tra i massimi interpreti del barocco romano,[3] autore di alcune delle più celebri creazioni artistiche a Roma e Firenze, su tutti, in architettura, la chiesa dei Santi Luca e Martina al Foro Romano, mentre, in pittura, le grandi tele a soggetto mitologico e di battaglia per la collezione Sacchetti, il vasto ciclo di affresco del Trionfo della Divina Provvidenza sulla volta del salone grande in palazzo Barberini a Roma, gli otto cicli tra le sale dei Pianeti e quelli della Stufa di palazzo Pitti a Firenze, quelli sulle Storie di san Filippo Neri nella chiesa di Santa Maria in Vallicella di Roma e infine le Storie di Enea nella galleria di palazzo Pamphilj di piazza Navona.[4]