La pila di Bunsen (o cella di Bunsen) è una pila primaria (cioè non ricaricabile) inventata da Robert Wilhelm Eberhard Bunsen nel 1841.[1]
La pila di Bunsen venne ideata modificando l'antecedente pila di Grove, dalla quale si differenzia per l'utilizzo di un catodo a carbone al posto del costoso catodo di platino della pila di Grove;[1] grazie a tale modifica, che ne abbatteva i costi, la pila di Bunsen poteva essere prodotta su larga scala.[1]
Come la pila di Grove, la pila di Bunsen utilizza un anodo in zinco immerso in una soluzione di acido solforico (H2SO4); il catodo in carbone è invece immerso in una soluzione di acido nitrico (HNO3) o acido cromico (H2CrO4). Le due semicelle sono separate da un setto poroso.
La reazione globale della cella è la seguente:[2]
Tale reazione assicura un potenziale di cella pari a 1,9 V.
La cella di Bunsen fu utilizzata da Henri Moissan, che realizzò un sistema di 90 celle di Bunsen per ottenere il fluoro (F2) attraverso l'elettrolisi dell'acido fluoridrico (HF).