Pinkwashing

Il rosa è stato dagli anni '70 un colore associato con l'attivismo LGBT.

Pinkwashing è una parola formata dalla crasi tra "pink", rosa, e "whitewashing", imbiancare o nascondere. Questa parola è stata usata per la prima volta da un'associazione per la lotta del cancro al seno per identificare le aziende che fingevano di sostenere le persone malate di cancro al seno, guadagnando dalla loro malattia[1][2]. Sovente indica, in senso più ampio, il promuovere un prodotto o un ente attraverso un apparente atteggiamento di apertura nei confronti dell'emancipazione femminile[3] o del mondo gay[4], anche se, in tal caso, una simile tecnica può essere identificata con un termine più specifico, rainbow washing[5].

  1. ^ https://www.ilfattoquotidiano.it/2016/05/24/cancro-al-seno-aziende-impegnate-nella-lotta-al-tumore-ma-con-prodotti-dannosi-da-usa-il-movimento-contro-pinkwashing/2734799/
  2. ^ https://la.repubblica.it/saluteseno/testimonianze/pinkwashing-le-voci-fuori-dal-coro-delle-amazzoni-furiose/5319/
  3. ^ Copia archiviata, su libreriadelledonne.it. URL consultato il 2 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2018).
  4. ^ Copia archiviata, su comunicazionedigenere.wordpress.com. URL consultato il 2 maggio 2018 (archiviato dall'url originale il 3 maggio 2018).
  5. ^ Copia archiviata, su it.urbandictionary.com. URL consultato il 23 giugno 2016 (archiviato dall'url originale il 16 aprile 2016).

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