San Policarpo di Smirne | |
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Vescovo, martire e Padre della Chiesa | |
Nascita | Smirne, seconda metà del I secolo |
Morte | Smirne, 156 circa[1] |
Venerato da | Tutte le Chiese che ammettono il culto dei santi |
Ricorrenza | 23 febbraio e 26 gennaio (messa tridentina) 8 marzo per la Chiesa copta |
Attributi | bastone pastorale e palma del martirio |
Policarpo di Smirne (in greco Πολύκαρπος ὁ Σμυρναῖος?; Smirne, seconda metà del I secolo – Smirne, 156 circa) è stato un vescovo, teologo e santo greco antico.
Fu discepolo di Giovanni apostolo[2] e divenne vescovo di Smirne durante il regno di Traiano. Come teologo, godette di grande autorità e fu uno dei pastori più stimati del tempo. È venerato come santo da molte Chiese cristiane e la sua memoria liturgica è celebrata il 23 febbraio o il 26 gennaio (per i copti l'8 marzo).
Dei suoi numerosi scritti sono pervenute solo una Lettera di Policarpo ai Filippesi, scritta alla comunità di Filippi (tra il 107 e il 140), in cui riferisce del viaggio di Ignazio di Antiochia a Smirne e dalla quale si ricavano numerose informazioni sugli usi e la fede dei primi cristiani. Fu maestro di Ireneo di Lione, fondatore di chiese nelle Gallie e suo biografo. Secondo la tradizione, sarebbe stato lui ad inviare in Gallia Benigno di Digione, Andochio, Andeolo del Vivarais e Tirso (venerati come santi dalla Chiesa cattolica) per evangelizzare il Paese.