Polikarpov I-16 | |
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Replica di un Polikarpov I-16 con le insegne della Fuerzas Aéreas de la República Española. | |
Descrizione | |
Tipo | aereo da caccia |
Equipaggio | 1 |
Progettista | OKB 84 Polikarpov |
Costruttore | Imprese di stato URSS |
Data primo volo | 30 dicembre 1933 (TsKB-12) |
Data entrata in servizio | 1934 |
Data ritiro dal servizio | anni cinquanta (Spagna) |
Utilizzatore principale | VVS |
Altri utilizzatori | Chung-Hua Min-Kuo K'ung-Chün FARE Aviación Nacional |
Esemplari | 8 644 |
Dimensioni e pesi | |
Tavole prospettiche | |
Lunghezza | 6,13 m |
Apertura alare | 9,00 m |
Altezza | 2,25 m |
Superficie alare | 14,54 m² |
Peso a vuoto | 1 383 kg |
Peso max al decollo | 1 882 kg |
Propulsione | |
Motore | uno Shvetsov M-63 |
Potenza | 900 CV (662 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 410 km/h a livello del mare 462 km/h in quota |
Velocità di salita | 882 m/min |
Autonomia | 440 km |
Tangenza | 9 700 m |
Armamento | |
Mitragliatrici | 4 ShKAS calibro 7,62 mm |
Note | dati riferiti alla versione I-16 modello 24 |
dati estratti da Уголок неба[1] integrati dove indicato | |
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Il Polikarpov I-16 (in caratteri cirillici Поликарпов И-16) era un caccia monomotore ad ala bassa a sbalzo, realizzato dall'OKB 84 diretto da Nikolaj Nikolaevič Polikarpov e sviluppato in Unione Sovietica negli anni trenta. Fu il primo monoplano al mondo con carrello d'atterraggio retrattile, ed il primo caccia sovietico ad avere la corazzatura dell'abitacolo.[2]
Impiegato negli anni successivi principalmente dalla Voenno-vozdušnye sily (VVS), l'aeronautica militare dell'Unione Sovietica, rimase operativo dalla metà degli anni trenta fino all'inizio della Seconda guerra mondiale, costituendo il principale modello a disposizione dei reparti di caccia sovietici in grado di competere con le prime versioni dei tedeschi Messerschmitt Bf 109 in condizioni di quasi parità. Fuori dai confini nazionali ebbe risalto durante la guerra civile spagnola, dove fu erroneamente impiegato dalle Fuerzas Aéreas de la República Española in combattimenti manovrati con i più agili biplani italiani, i Fiat C.R.32 (che equipaggiavano l'Aviazione Legionaria), poi a disposizione dei piloti cinesi durante la Seconda guerra sino-giapponese.
Era conosciuto con il nomignolo di Rata (in russo Рата), ratto.