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Proporre iniziative al Romano Pontefice, secondo le modalità e le determinazioni indicate nello Statuto, al fine di promuovere la responsabilità delle Chiese particolari nella protezione di tutti i minori e degli adulti vulnerabili. | |||
Eretto | 22 marzo 2014 | ||
Presidente | cardinale Sean Patrick O'Malley, O.F.M.Cap. | ||
Segretario | vescovo Luis Manuel Alí Herrera | ||
Segretario aggiunto | dott.ssa Teresa Morris Kettelkamp | ||
Sede | 00120 Città del Vaticano | ||
Sito ufficiale | www.tutelaminorum.org | ||
dati catholic-hierarchy.org | |||
Santa Sede · Chiesa cattolica I dicasteri della Curia romana | |||
La Pontificia commissione per la tutela dei minori (in latino Pontificia commissio pro tutela minorum) è un'istituzione della Curia romana della Chiesa cattolica creata da papa Francesco il 22 marzo 2014.[1] La commissione ha ricevuto il suo statuto l'8 maggio 2015, come parte degli sforzi della Chiesa cattolica per affrontare lo scandalo degli abusi sessuali su minori.[2] Il suo scopo singolare è quello di proporre iniziative che possano proteggere i bambini e gli adulti vulnerabili nella Chiesa.[3] È presieduta dall'arcivescovo di Boston Sean Patrick O'Malley, che è stato scelto da papa Francesco per questo compito; in precedenza O'Malley era stato mandato a Boston per correggere i problemi sorti sotto il governo del suo predecessore, il cardinale Bernard Francis Law. La creazione della commissione è stata annunciata nel 2013 dopo che Francesco è stato criticato da gruppi di vittime che mettevano in dubbio la sua comprensione della piena portata del problema. Dopo un avvio lento, la commissione ha, a partire dal 2015, iniziato gli incontri con i vescovi e la sponsorizzazione di programmi di formazione per il personale ecclesiastico in tutto il mondo. La proposta più significativa della commissione, ovvero la creazione di un tribunale interno al Vaticano per giudicare i casi che coinvolgono vescovi ed ecclesiastici di tutto il mondo accusati di non essere riusciti a proteggere adeguatamente le vittime, è stata approvata dal pontefice, ma non è stata ancora attuata e verrà poi definitivamente accantonata, perché respinta dalla Congregazione per la dottrina della fede.[3][4]