Forme di diocesi:
Abbazia territoriale • Amministrazione apostolica • Arcidiocesi • Arcieparchia • Chiesa arcivescovile maggiore • Chiesa metropolitana sui iuris • Diocesi • Diocesi immediatamente soggetta • Diocesi suffraganea • Eparchia • Esarcato • Esarcato apostolico • Esarcato arcivescovile • Missione sui iuris • Ordinariato militare • Patriarcato (Territorio proprio) • Chiesa metropolitana sui iuris • Prefettura apostolica • Prelatura personale • Prelatura territoriale • Sede metropolitana • Sede suburbicaria • Sede titolare • Territorio dipendente dal patriarcato • Vicariato apostolico
Organismi interdiocesani:
Provincia ecclesiastica • Regione ecclesiastica • Conferenza episcopale
Unione delle diocesi:
Aeque principaliter • In persona episcopi • Plena unione
Suddivisione delle diocesi:
Decanato • Parrocchia • Unità pastorale • Vicariato • Zona pastorale
Ruoli e istituti interni alle diocesi:
Vescovo • Vescovo coadiutore • Vescovo ausiliare • Vicario generale • Vicario episcopale • Consiglio presbiterale • Consiglio pastorale diocesano • Curia diocesana • Caritas diocesana • Tribunale diocesano
Edifici:
La diocesi di Beja (in latino: Dioecesis Beiensis) è una sede della Chiesa cattolica in Portogallo suffraganea dell'arcidiocesi di Évora. Nel 2022 contava 174.874 battezzati su 211.707 abitanti. La sede è vacante, in attesa che il vescovo eletto Fernando Maio de Paiva ne prenda possesso.
La diocesi comprende il distretto di Beja e tre comuni (concelhos) del distretto di Setúbal (Grândola, Santiago do Cacém e Sines).
Sede vescovile è la città di Beja, dove si trova la cattedrale di San Giacomo il Maggiore.
Il territorio si estende su 12300 km² ed è suddiviso in 121 parrocchie, raggruppate in 6 arcipreture: Almodôvar, Beja, Cuba, Moura, Odemira e Santiago do Cacém.
La diocesi di Beja trae origine dall'antica diocesi di Pax Iulia, che fu forse eretta nel IV secolo, ma di cui esistono riscontri certi solo a partire dal 531. A causa dell'invasione araba la successione dei vescovi si interruppe nel 754 con la morte del vescovo Isidoro Pacense.
L'attuale diocesi fu eretta il 10 luglio 1770 con il breve apostolico Agrum Universalis Ecclesiae di papa Clemente XIV, ricavandone il territorio dall'arcidiocesi di Évora.
Nel 1834 con la soppressione degli ordini religiosi decretata dal ministro Joaquim António de Aguiar si apre un periodo di crisi per la diocesi, che coincide con una sede vacante durata undici anni.
Il 3 luglio 1884 il vescovo António Xavier de Sousa Monteiro istituì il seminario diocesano.
La proclamazione della repubblica del 5 ottobre 1910 fu accompagnata da moti anticlericali, ferocemente aggressivi, che porteranno alla chiusura di tutte le chiese della diocesi. Il vescovo Sebastião Leite de Vasconcellos dovette fuggire, trovando rifugio a Siviglia e a Roma, mentre la diocesi fu governata da vicari generali fino al 1922.
Continua a leggere...La visita pastorale nella Chiesa cattolica è la visita di un vescovo a luoghi a persone della sua diocesi. Inoltre possono compiere la visita pastorale nei territori della loro giurisdizione i patriarchi, i primati e gli arcivescovi metropoliti; questi ultimi, però devono essere autorizzati da un sinodo provinciale.
Il Concilio di Trento definisce così lo scopo della visita pastorale «Propagare la dottrina sacra e ortodossa estromettendo le eresie, difendere i buoni costumi, correggere quelli cattivi e con esortazioni esortare il popolo alla devozione, alla pazienza e all'innocenza».
La visita pastorale non ha lo scopo di giudicare gravi abusi, ma solo di rilevarli, perché un eventuale processo canonico si può svolgere più agevolmente nella città sede vescovile.
A titolo di esempio, una visita pastorale del 1852 compiuta dal vescovo Antonio Benedetto Antonucci alle diocesi di Ancona e Umana indica come oggetto della visita apostolica gli oggetti e gli arredi destinati al culto (vasi, arredi, reliquie, altari); la predicazione contro le dottrine contrarie al Cristianesimo e la vigilanza sull'osservanza dei precetti (rispetto delle feste di precetto, del digiuno ecclesiastico e lotta alla bestemmia).
I luoghi che devono essere visitati sono la cattedrale, le chiese collegiate con le loro canoniche, le chiese parrocchiali con le loro canoniche, le altre chiese, gli oratori dove si celebra o non si celebra messa, i monasteri soggetti all'ordinario e le case di religiosi che esercitano cura d'anime.
Più recentemente si sono sottolineati aspetti diversi della visita pastorale, intesa come «un'espansione della presenza spirituale del Vescovo tra i suoi fedeli» come l'incontro con le persone e l'ascolto. Il segno della presenza del vescovo deve richiamare la «presenza del Signore che visita il suo popolo nella pace».
La vista pastorale deve essere condotta personalmente dal vescovo. In caso di legittimo impedimento, il vescovo può nominare un vicario o un visitatore. I metropoliti, primati e patriarchi possono incaricare della visita un altro vescovo.
Per la visita viene raccomandata al vescovo la misericordia del pastore al quale spetta correggere gli abusi. La visita dev'essere svolta con diligenza, ma anche con celerità, per non gravare sulle comunità che ospitano il vescovo durante la visita.
La preparazione incomincia con l'annuncio al popolo dato normalmente nella Messa parrocchiale dopo il Vangelo. Si invita il popolo alla confessione, per favorire la comunione sacramentale durante la visita. Si preparano i candidati alla Confermazione.
Il giorno della visita si suonano ripetutamente le campane per chiamare a raccolta i fedeli. Si para la chiesa a festa e si preparano le cose da benedire o consacrare.
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