Prigionieri di guerra tedeschi in Unione Sovietica

La madre di un prigioniero ringrazia Konrad Adenauer dopo il suo ritorno da Mosca il 14 settembre 1955. Adenauer ebbe successo nelle negoziazioni per il rilascio in Germania, verso la fine di quell'anno, di 15.000 civili tedeschi e prigionieri di guerra.
Il ritorno dei prigionieri nel 1955.

Approssimativamente 3 milioni di prigionieri di guerra tedeschi furono catturati dall'Unione Sovietica durante la seconda guerra mondiale, la maggior parte dei quali durante le grandi avanzate dell'Armata rossa nell'ultimo anno della guerra. I prigionieri di guerra furono impiegati nei lavori forzati nell'economia di guerra sovietica e nella ricostruzione postbellica. Nel 1950 quasi tutti i prigionieri di guerra sopravvissuti furono rilasciati, con l'ultimo liberato nel 1956.[1] Secondo gli archivi sovietici, 381 067 soldati della Wehrmacht morirono nei campi NKVD (356 700 di nazionalità tedesca e 24 367 di altre).[2][3] Lo storico tedesco Rüdiger Overmans sostiene che sembra interamente plausibile, ma non provabile, che un milione di persone sono morte in custodia sovietica. Ritiene anche che vi erano uomini che morirono effettivamente come prigionieri di guerra sebbene siano stati elencati tra i missing in action (MIA).[4][5]

  1. ^ Overmans, p. 277.
  2. ^ G. F. Krivošeev, Soviet casualties and combat losses in the twentieth century, Greenhill Books, 1997, pp. 276-278, ISBN 1853672807.
  3. ^ Nella sua versione rivista in lingua russa di Soviet Casualties and Combat Losses, lo storico russo Grigori Krivošeev stima il numero di POW militari tedeschi a 2 733 739 con 381 067; vedi Россия и СССР в войнах XX века: Потери вооруженных сил, ОЛМА-ПРЕСС, 2001, ISBN 5-224-01515-4., tavola 198
  4. ^ Rüdiger Overmans, Deutsche militärische Verluste im Zweiten Weltkrieg, Oldenbourg, 1999, pp. 286-289, ISBN 3486563327.
  5. ^ Overmans, p. 246.

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