Il processo all'IG Farben, (ufficialmente "The United States of America vs. Carl Krauch, et al.")[1] fu il sesto dei dodici processi secondari di Norimberga per i crimini di guerra che le autorità militari americane indissero nelle zone occupate dopo la seconda guerra mondiale.
Gli imputati in questo processo erano tutti direttori della IG Farben, una grande industria chimica tedesca. La compagnia crebbe notevolmente durante la prima guerra mondiale quando fu incaricata dello sviluppo del "processo di Haber" per produrre ammoniaca, per poi arrivare al nitrato sintetico, importante componente nella fabbricazione di esplosivi come dinamite e TNT (allora importato dal Cile, ma insufficiente).
La società incorporò l'Agfa, Basf, Bayer, Hoechst e altre piccole imprese chimiche tedesche.[2]
Durante la seconda guerra mondiale, una sussidiaria della IG Farben, la Degesch di Francoforte sul Meno, produsse il velenoso gas Zyklon B utilizzato nei campi di sterminio. La IG Farben si occupò anche della produzione di petrolio sintetico e di gomma (detta buna) derivata dal carbone ad Auschwitz, il che segnò l'inizio dell'attività delle SS e dei campi durante l'Olocausto. Al suo massimo, nel 1944, la fabbrica faceva uso di 83.000 schiavi.
I giudici in questo processo, facenti parte del Tribunale Militare VI, erano:[3]
Le accuse furono fatte il 3 maggio 1947; il processo si protrasse dal 27 agosto 1947 al 30 luglio 1948.[4]
Dei 24 imputati[5], 13 furono ritenuti colpevoli di almeno un capo d'accusa e condannati al carcere da un anno e mezzo a 8 anni. Dieci imputati furono prosciolti dalle accuse. Max Brüggemann fu processato il 9 settembre per ragioni di salute.