Propulsione solare elettrica

Rappresentazione artistica di Deep Space 1, con pannelli solari e motore a ioni (con scarico blu), sono le caratteristiche principali di questo progetto. L'energia solare può anche essere temporaneamente immagazzinata in una batteria chimica all'interno della navicella spaziale.
Il serbatoio Xenon della navicella spaziale Dawn prima dell'integrazione con la navicella. Lo Xenon costituiva il propellente per la propulsione ionica a energia solare della navicella spaziale che sarebbe andata in orbita attorno a due asteroidi diversi all'inizio del XXI secolo.
Pannello solare testato in orbita terrestre presso la Stazione spaziale internazionale, nel 2017.

La propulsione solare elettrica (SEP) si basa sulla combinazione di celle solari e propulsori elettrici per la spinta di un velivolo spaziale attraverso lo spazio.[1] Questa tecnologia è stata sfruttata in una serie di velivoli spaziali dall'ESA, dalla JAXA, dalla ISRO e dalla NASA. La SEP ha un impulso specifico significativamente più elevato rispetto ai normali razzi chimici, pertanto occorre una massa di propellente inferiore facilitando il lancio su un veicolo spaziale ed è stata valutata per le missioni su Marte.[2]

  1. ^ Lee Mohon, Solar Electric Propulsion (SEP), su NASA. URL consultato il 24 aprile 2016.
  2. ^ Solar Electric Propulsion for Mars Exploration NASA, 2005-01-08.

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