Il periodo protogeometrico è la prima fase dell'arte greca compresa tra la distruzione delle rocche di Micene (inizio del XII secolo a.C.) e il 900 a.C., che preparò la strada all'avvento del mondo greco in quella nuova forma di aggregazione politica e sociale rappresentata dalla polis.
Questo periodo anticipa il periodo geometrico (che si sviluppa dal 900 a.C. fino al 700 a.C.).
Con il crollo della cultura micenea la scrittura e le arti palaziali furono dimenticate; ad Atene, dopo la prima fase chiamata "submicenea", una prima rinnovata attitudine alla forma si impose in epoca protogeometrica, mentre una nuova tradizione sorse in epoca geometrica, quando le immagini acquisirono nuovamente significato e funzione sociale.
Le prime sintesi basate sulle testimonianze archeologiche relative al cosiddetto medioevo ellenico apparvero nei primi anni settanta del XX secolo ad opera di Vincent Desborough (1972)[1] e Anthony Snodgrass (1971).[2] Il primo concentrava l'attenzione sui siti maggiormente conosciuti e studiati, come Atene, Cnosso e Argo, terminando l'indagine con l'inizio del periodo geometrico. Snodgrass allargava l'indagine sia in senso geografico sia in termini cronologici comprendendo tutto il geometrico. Gli scavi in Eubea, Lefkandi e Eretria, giunsero in seguito alla pubblicazione di questi lavori. Nicolas Coldstream nel 1977 proseguì il lavoro di Desborough approfondendo gli sviluppi regionali.[3]